Si è svolta venerdì 16 dicembre la conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” sul tema “Nel ricordo di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia”. La giornata di studi, organizzata dal sodalizio organizzatore reggino, per la valenza del tema trattato ha ricevuto il patrocinio della Città Metropolitana di Palermo e del Comune di Palermo.
Dopo i saluti di Gianni Aiello (presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”, hanno fatto seguito i saluti istituzionali da parte della dirigente Attività Culturale Città Metropolitana di Palermo, delegata dal Sindaco professore Roberto Lagalla, Rosa Maria Rosone e quelli dello scrittore Massimo Benenato, figlio di Franco Franchi. Il tema organizzato dal Circolo Culturale “L’Agorà”, è stato analizzato da Antonino Megali (vice Presidente del sodalizio organizzatore), che nel corso del suo intervento ha esaminato le varie vicende artistiche ed umane del famoso duo siciliano. Franco e Ciccio debuttarono al cinema dopo aver conosciuto uno dei cantanti simbolo della musica italiana: Domenico Modugno. Lo conobbero nell’estate del 1958, a Reggio Calabria, dove lavorarono insieme in uno spettacolo di numeri staccati, organizzato da Gino Buzzanca (lo zio di Lando).
Il famoso duo siciliano ha ricevuto nel corso della loro incredibile ultra trentennale carriera artistica con oltre 100 film (collaborazione inizio’ nel 1954 e si concluse con la morte di Franco nel 1992) moltissimi consensi da parte del pubblico, mentre la critica non fu tenera nei loro confronti, criticando aspramente la loro comicità, definendo i loro film di serie B. Eppure il loro esordio come protagonisti in “L’onorata società”, (registrò ai botteghini cinematografici oltre 300 milioni di incasso), “I due della legione” (incassò oltre 430 milioni di lire), mentre nel 1964, anno in cui escono nei cinema venti loro film incassano circa 7 miliardi e 300 milioni di lire, tanto che Franco e Ciccio vennero definiti come la “coppia d’oro”. La loro letteratura cinematografica si basa su due tipologie di film: la parodie ed i prodotti originali come quelli sul tema della mafia, la satira sulla politica, la giustizia, il western, lo sport, la satira umoristica della società, la religione.
Spesso i loro film erano senza una vera e propria sceneggiatura e si basavano su un canovaccio e i dialoghi erano affidati all’improvvisazione. Il regista, il più delle volte, si limitava a dare indicazioni a chi si occupava della cinepresa, senza interferire nel lavoro degli attori. Franco la definisce una “direzione artistica superficiale, figlia di una concezione passiva del cinema”. Si possono individuare nella filmografia della coppia due tipologie di film, le parodie e lavori originali, storie interamente inventate da loro o dagli sceneggiatori. In mezzo a queste due vi sono dei film originali con titolo parodiato, i film a episodi e i film di spezzoni. Inoltre sono molto importanti le partecipazioni a film d’autore come Il giudizio universale di Vittorio De Sica o Kaos, Capriccio all’italiana e Le avventure di Pinocchio.
“Franco e Ciccio sono pura espressione di cultura popolare. Quella cultura popolare che si ferma a un passo dalla speculazione intellettuale, che – scrive Pergolari, uno dei due autori – racconta la condizione umana senza altra motivazione se non quella del racconto stesso, della volontà di trovare un terreno di condivisione per storie, lacrime e risate. Un racconto che nell’attenzione suprema al dato concreto, arriva lo stesso all’assoluto. Per intuizione, affinità. Franco Franchi e Ciccio Ingrassia hanno avuto pochissime certezze nella loro vita artistica (e, di riflesso, privata): recitare, avere successo per garantirsi la sopravvivenza quotidiana, far ridere (Franco, soprattutto), verificare la consistenza delle proprie ambizioni (Ciccio, soprattutto). Facevano spettacolo con passione totalizzante e anche per questo motivo non si può raccontare la loro comicità senza fare riferimento alle biografie personali“.