Alla figura di Agostino Lanzillo (1886-1952), nel 70° della morte, l’Associazione Culturale Anassilaos dedica in incontro che si terrà martedì 6 dicembre alle ore 17,15 presso lo Spazio Open. L’incontro si avvale del Patrocinio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e prevede la partecipazione del suo Presidente Prof. Giuseppe Caridi.
Dopo l’intervento introduttivo del Dott. Fabio Arichetta, Socio della Deputazione Storia Patria della Calabria nonché Responsabile Centro Studi per la Storia Moderna e Contemporanea “Rosario Romeo” dell’Associazione Anassilaos, sarà il Prof. Antonino Romeo, Deputato Storia Patria per la Calabria, a trattare di Agostino Lanzillo che nacque a Reggio Calabria il 31 ottobre del 1886. Dopo gli studi superiori si iscrisse alla Facoltà di giurisprudenza presso l’Università di Roma e nella capitale si avvicinò ben presto agli ambienti del sindacalismo rivoluzionario, particolarmente influenzato dalle teorie di G. Sorel, di cui fu amico, e dei teorici sindacalisti francesi. Dopo la Grande Guerra si avvicinò al Fascismo contribuendo alla formazione teorica di un sindacalismo fascista alternativo a quello confederale, che era attento soltanto ai bisogni della classe operaia, mentre egli rivolgeva la sua attenzione anche al ceto medio che riteneva “la classe più numerosa, più intelligente e più complessa della società”.
Nel contempo si adoperò, ma vanamente, di fondare il regime su basi economiche e sociali. Si tratta, come scrive lo storico Giuseppe Parlato, di una “figura atipica nell’ambito del regime” anche se egli si impegnò a favore del Fascismo sul piano politico. Nel 1924 venne infatti eletto deputato nel collegio di Reggio Calabria. Nel corso degli anni, quando il Fascismo divenne “regime” si sforzò sempre di riequilibrare a favore del sindacato corporativo il rapporto di forza con lo Stato e con il Partito nazionale fascista ritenendo necessario conferire alle corporazioni la direzione della produzione economica e della distribuzione della ricchezza. Dal 1934 insegnò all’Istituto superiore di economia e commercio di Venezia (del quale fu anche rettore e pian piano si allontanò da Mussolini e dal Regime di cui non condivideva la svolta protezionista imposta all’economia italiana. Nel 1944 fu costretto addirittura a rifugiarsi in Svizzera per sfuggire la Repubblica di Salò. L’anno successivo, tornato in Italia, riprese i suoi studi economici e l’attività di docente universitario e di pubblicista.