Mourad Dhabi e i retroscena sulla Reggina ai Mondiali del Qatar: “maglia amaranto è famosa in Marocco” | INTERVISTA

Intervista a Mourad Dhabi, il tifoso marocchino di Reggio Calabria che ha portato la Reggina ai Mondiali del Qatar

Mourad tifoso della Reggina ai Mondiali
StrettoWeb

Il Mondiale del 2022 in Qatar passerà alla storia per essere stato quello del ‘grande Marocco‘. La squadra africana, da ‘cenerentola’ del torneo, è riuscita a stupire tutti a suon di vittorie pesanti. Prima il successo nel girone contro il Belgio, vittoria che è valsa il primo posto davanti alla Croazia e che ha mandato a casa De Bruyne e compagni. Poi le eliminazioni di Spagna e Portogallo contro ogni pronostico.

Il tutto condito da una grande solidità difensiva, tanto cuore e diversi talenti che, non a caso, giocano nei migliori campionati europei. Alla ‘favola’ del Marocco si sono appassionati in tanti, a partire dagli italiani che, non potendo tifare la Nazionale, si sono affiancati alla folta comunità marocchina presente sul territorio italiano festeggiando insieme i successi dei “Leoni dell’Atlante”.

Grazie al Marocco anche un pezzo di Reggio Calabria è giunto fino al Qatar. Il merito è di Mourad Dhabi, un ragazzo di origini marocchine, ma residente a Reggio Calabria ormai da diversi anni, che ha deciso di portarsi dietro la bandiera della Reggina, sua squadra del cuore, mostrandola a tutto il mondo negli stadi del Mondiale. La regia qatariota lo ha immortalato con il vessillo amaranto in mano e le sue foto sono diventate ben presto virali. Raggiunto ai microfoni di StrettoWeb, Mourad ha raccontato la sua esperienza in Qatar e il suo amore per il calcio, specialmente quello a tinte amaranto.

Reggio Calabria, la mia “seconda casa”

Mi sono sentito in dovere di portare la bandiera della Reggina con me in Qatar perchè amo la Reggina, è la mia squadra del cuore qui in Italia. È stata un portafortuna per il Marocco!“. Esordisce così Mourad, 43 anni, a Reggio Calabria dal 2004. “Mi sono sempre trovato benissimo a Reggio Calabria, è la mia seconda casa, amo la città, la gente è brava e la vita è tranquilla. Dal 2018 sono anche cittadino italiano – racconta – Mi sono trasferito da solo, per lavorare, adesso sto mettendo su famiglia: mi sono sposato quest’anno e mia moglie aspetta un bambino“.

Una volta che le sue foto con la bandiera della Reggina hanno fatto il giro dei social, anche grazie all’articolo di StrettoWeb, in tanti ne hanno festeggiato il rientro in città. “Quando sono tornato a Reggio tante persone mi hanno chiesto di raccontargli la mia esperienza, anche tanti che non conoscevo mi hanno chiesto: ‘tu sei il ragazzo che ha portato la bandiera della Reggina ai Mondiali?’. Sono stati tutti molto contenti, mi ha contattato gente di tutta la Calabria!“.

Neanche il tempo di tornare, subito una nuova emozione: ieri il Marocco batte il Portogallo e a Piazza Duomo scoppia la festa, gioiosa e tranquilla, a differenza di quanto accaduto in altre parti del mondo. “Ieri abbiamo festeggiato in Piazza Duomo, tutto si è svolto pacificamente, la nostra comunità è integrata. – ha sottolineato Mourad – È stata una grande festa, tutti siamo uniti, è stato bello festeggiare anche con gli italiani che hanno partecipato e che stanno tifando per il Marocco. Tanti marocchini sono sposati con italiane e viceversa, ormai siamo tutti una famiglia“.

Il Marocco, orgoglio del calcio africano e arabo

Nonostante non fosse la sua prima volta a un Mondiale, per Mourad l’esperienza in Qatar è stata emozionante. “Quattro anni fa sono stato al Mondiale in Russia – ci racconta – ma questo Mondiale, in Qatar, è stata un’esperienza unica, ho provato emozioni incredibili. Ho visto tutte le partite del girone del Marocco, contro Croazia, Belgio e Canada, più la gara fra Ghana e Corea del Sud. È stato bellissimo, ho visto il Marocco passare il turno come primo in classifica. È stato incredibile battere Belgio, Spagna e Portogallo, siamo diventati la prima squadra del mondo africano e del mondo arabo a entrare in semifinale in un Mondiale, è storico! Mi hanno reso orgoglioso, è il Marocco più forte della storia, ha fatto meglio della nazionale del 1986, l’ultima a superare i gironi. La partita più bella? Quella vinta contro la Spagna ai rigori“.

E adesso il Marocco non ha più paura di nessuno, neanche della Francia, prossima avversaria della semifinale. “Il calcio africano è cambiato, soprattutto in Nord Africa, il livello è più alto, con tanti calciatori che giocano nei maggiori campionati europei. E poi con gli 11 in campo giocano anche 40 milioni di marocchini e tutto il mondo arabo, per noi è più di una semplice partita. – spiega – Contro la Francia speriamo di recuperare qualche infortunato perchè vogliamo fare un’altra impresa. Siamo in fiducia, siamo tra le prime 4 al mondo, la Francia non ci fa paura.

Prima di partire per il Qatar, parlando con i miei amici pensavamo a quanto fosse difficile il girone del Marocco con Belgio e Croazia, invece siamo passati come primi, lì è iniziata la storia e speriamo possa continuare, ma comunque andrà saremo contenti, queste emozioni, questa felicità resteranno per sempre. Ora conta solo vincere, non ci interessa ‘giocare bene’. Come contro la Spagna, abbiamo giocato tutti dietro e l’abbiamo vinta ai rigori. Se prendiamo un gol rischiamo di uscire, la difesa deve fare bene“.

La foto con… Neymar

Fra i tanti aneddoti che Mourad ci ha raccontato, uno merita una menzione speciale. Immaginate di essere calati, giorno e notte, nell’atmosfera del Mondiale, fra maglie di tutte le nazioni, caroselli dei tifosi e un clima di festa. A un certo punto la folla si apre e spunta… Neymar. E magari riuscite anche a farvi una foto con lui! “In realtà quello era il sosia, ma l’ho scoperto dopo! – racconta Mourad ridendo – Tantissima gente in Qatar voleva fare la foto con lui pensando fosse il vero Neymar, ha anche gli stessi tatuaggi e lo stesso look“.

In effetti, distinguerli è impossibile. Eigon Oliver, che sui social si fa chiamare “Sosia do Ney” (Il sosia di Neymar, ndr), è la copia perfetta del numero 10 del Brasile: ne imita l’outfit, il look, ha gli stessi tatuaggi e ha un’incredibile somiglianza fisica. Questa caratteristica lo ha fatto diventare famoso in tutto il mondo, al punto da raggiungere oltre 1 milioni di fan su Instagram e 6 milioni su TikTok. Spesso lo si vede finire in mezzo a veri e propri bagni di folla (con tanto di security al seguito), scattare foto con i fan e firmare autografi: tutti lo scambiano per il campione del PSG al punto che anche gli steward dello stadio gli chiedono un selfie. E ha anche recitato insieme al vero Neymar in alcune pubblicità!

La Reggina e il grande sogno

In attesa della prossima gara contro il Marocco, Mourad si è goduto la vittoria della Reggina per 0-1 sul Como. Il suo amore per i colori amaranto parte da lontano, dal suo arrivo nel nostro, ormai anche suo, Paese. “Quando sono arrivato qui in Italia, nel 2004, ho visto la Reggina in Serie A, la penalizzazione e la salvezza con Mazzarri, i gol di Amoruso e Bianchi, ho ricordi bellissimi. – racconta – Spesso vado allo stadio, quando non riesco la guardo da casa.

Ormai la Reggina è diventata famosa anche in Marocco. Quando era in Serie A io andavo in Marocco con la maglia della Reggina, regalavo le maglie, le sciarpe, le bandiere ai miei amici. In Qatar tanti mi hanno chiesto che bandiera fosse quella che sventolavo, se fosse di una squadra marocchina, io gli ho detto che era la squadra della mia città, la Reggina. Tanti marocchini che vivono in Italia, invece, la conoscono già. Quando l’ho portata allo stadio, le telecamere mi hanno inquadrato”.

E chissà che dopo l’impresa del Marocco, a Piazza Duomo non ci sia da festeggiare, fra qualche mese, anche un’altra impresa calcistica. “Speriamo di salire in Serie A: con questa squadra, con Menez che è il mio giocatore preferito, e con Inzaghi possiamo salire. – confessa – Inzaghi lo conosciamo, come calciatore ha vinto tantissimo: la Champions con il Milan, il Mondiale con l’Italia. E come allenatore sta facendo bene. Vedere la Reggina in Serie A è il mio sogno ed è quello di tutti i marocchini di Reggio che amano, veramente, la Reggina. E poi con la squadra in Serie A gira anche di più l’economia della città!“.

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