Che Natale sarebbe senza le luci che addobbano gli alberi di Natale e i balconi delle abitazioni? Sicuramente più triste, del resto, la “magia del Natale” è fatta proprio di luci e colori. Ma sarebbe anche meno costoso e avrebbe un minore impatto ambientale. Secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), addobbare l’albero di Natale e decorare casa con le catene luminose produce 20.000 tonnellate di CO2.
Secondo la Sima, fili luminosi e lucine natalizie determinano un incremento dei consumi del +30% rispetto al resto dell’anno, pari a 1.600 MWh al giorno ossia 46.400 MWh di energia consumata solo nel periodo che va dall’8 dicembre all’Epifania. Consumi che equivalgono a 650 tonnellate di CO2 immesse ogni giorno in atmosfera, tra le 18.000 e le 20.000 tonnellate di CO2 durante l’intero periodo delle festività. E un conseguente impatto sulla bolletta, specialmente nell’attuale periodo in cui i consumi sono già alle stelle.
“Il Natale e le nostre abitudini durante le feste impattano in modo importante sull’ambiente, in termini di maggiore inquinamento, ma anche sulla bolletta. – afferma il presidente Sima, Alessandro Miani – Un filo di luci di vecchia generazione tenuto acceso diverse ore al giorno durante le festività, ad esempio, incide fino a 15 euro a famiglia sulla bolletta di dicembre: se in casa se ne utilizzano 3 tra interni e balconi, l’aggravio di spesa sul fronte dell’energia può raggiungere i 50 euro. Costi e impatto ambientale si abbattono sensibilmente se si ricorre alle luci al Led per tutte le decorazioni, la cui incidenza sulle bollette è di pochi centesimi di euro al giorno. E’ inoltre possibile ridurre consumi e sprechi utilizzando timer che limitano la durata di accensione delle illuminazioni, e diminuendo il numero di luci sull’albero di Natale sfruttando oggetti riflettenti come specchi e palline argentate o dorate“, conclude Miani.