Puoi essere un gigante anche se sei alto 1.69. E poi puoi essere un gigante e basta, entrare nel momento peggiore dei tuoi e ribaltarla in 5 minuti. Ci sono quasi 30 centimetri di differenza tra Messi e Weghorst, i protagonisti di oggi tra Argentina e Olanda, ma alla fine gli eroi sono sempre loro: un portiere e un centravanti. Stiamo parlando dei Martinez: uno fa di nome Emiliano e para due grandi rigori, uno fa di nome Lautaro e segna il rigore decisivo, mandando l’Albiceleste in semifinale. I sudamericani battono gli orange al termine di una partita infinita, che sembrava in saccoccia ma che poi è stata incredibilmente ripresa, finendo poi ai rigori.
La partita. La gara si sblocca nel primo tempo con Molina, che viene servito sul filo in no-look da Messi, il quale si accentra verso sinistra e imbuca a destra dove solo lui poteva vederlo, esaltando il solito, scatenatissimo, Adani. Il raddoppio, poi, è dal dischetto: Acuna va via a sinistra, sterza e l’interista Dumfries si fa beffare, con la stella del PSG che spiazza Noppert piazzandola senza rincorsa. Il finale potrebbe essere di sola gestione per i sudamericani ma, come all’ottavo contro l’Australia, la squadra di Scaloni subisce negli ultimi minuti il gol del 2-1 e questa volta si complica la vita. Il lungagnone Weghorst (quasi 2 metri) decide di salire in cattedra da solo e fare ciò per cui è entrato: segnare. Prima un’imbucata di testa, poi stop e zuccata in scivolata su piazzato al 90’+11, praticamente a tempo scaduto (10 minuti di recupero). L’insperato 2-2 porta le due squadre ai supplementari, ma in 30 minuti si gioca praticamente solo gli ultimi 5. Scaloni infatti inserisce Di Maria e si sbilancia, rischiando ma creando almeno quattro occasioni, due con Lautaro e due con Enzo Fernandez, tra cui un clamoroso palo all’ultima azione. E così, rigori: sbaglia Van Djik, segna Messi, para Emiliano, Enzo Fernandez fallisce il primo slot ma Lautaro segna quello decisivo e fa esplodere un paese. Ora sarà Argentina-Croazia, in attesa degli altri due quarti.