Si è conclusa ieri sera la rassegna “Echi d’infinito”, voluta dall’Assessore Regionale alla Cultura e all’identità siciliana Elvira Amata, proposta da Antonella Ferrara Presidente ed ideatrice di Taobuk. Dal 23 dicembre, dopo aver toccato diverse location come l’Oratorio San Lorenzo a Palermo, la Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria a Palermo, il Castello Grifeo di Partanna Trapani, il Castello della città murata di Milazzo Messina, il Castello Lauria di Castiglione di Sicilia Catania, il Teatro Massimo Bellini di Catania, si è conclusa nell’unicità del Museo interdisciplinare di Messina. Arrivando al MuMe, prima di giungere nella sala che ospita il Nettuno e la Scilla di Montorsoli, location dove si teneva la rassegna, dovevi piacevolmente percorrere la Sala Caravaggio, ammirare la Resurrezione di Lazzaro, soffermarti estasiato davanti all’Adorazione dei Pastori, passare nelle sale dei Caravaggeschi e nella Sala Montorsoli per poi fermarti per contemplare il Polittico di San Gregorio di Antonello da Messina. Una sensazione di singolarità che arricchisce la mente pensando all’immenso patrimonio che la città di Messina possiede. Orazio Micali direttore del MuMe, esprime il suo compiacimento perché “il Museo, per volontà dell’Assessore Regionale alla Cultura, è stato aperto alla città di sera. Un’opportunità unica perché i cittadini potranno visitare il proprio patrimonio, guardare alla storia della propria città, farlo con uno spettacolo, accresce ancora di più la curiosità. Alle famiglie è stata offerta l’opportunità di vedere il MuMe serenamente, in orari in cui non sono impegnati in attività domestiche o lavorative. Un modo nuovo, diverso ed aggiuntivo per poter essere al Museo. Micali è dell’avviso che il museo deve entrare a far parte, stabilmente, della vita culturale della comunità”. L’Assessore Regionale alla Cultura Amata, nel ringraziare i suoi collaboratori, “esprime apprezzamento soprattutto per Antonella Ferrara presidente di Taobuk, Mirella Vinci Sovrintendente ai Beni Culturali, Valeria Lo Turco, i funzionari della Sovrintendenza ed il direttore del MuMe Orazio Micali”. Si compiace del fatto che, “subito dopo il suo insediamento, in due settimane sono riusciti ad organizzato una rassegna unica nel suo genere. Un viaggio multiculturale per promuovere luoghi magici che fanno parte dell’immenso patrimonio siciliano. Elvira Amata manifesta la sua convinzione che con questo tipo di iniziative, si riesce ad allargare la platea di coloro che partecipano ad eventi teatrali, musicali, letterari perché’ la cultura dev’essere circolare e trasversale”.
Antonella Ferrara presidente di Taobuk si mostra molto soddisfatta per i risultati ottenuti dalla rassegna “Echi d’infinito”, “un evento pensato per valorizzare dei luoghi d’interesse come i musei ed i teatri, facendoli diventare zone di aggregazione per linguaggi e per pubblici che normalmente non sceglierebbero questo tipo di siti per iniziative poliedriche. La Ferrara afferma che grazie ad “Echi d’infinito”, “tutto quanto proposto, che è “materia viva”, può essere fruito e vissuto anche attraverso l’incrocio dei linguaggi soprattutto in un museo che raccoglie, al suo interno, opere che vanno dal mondo classico al fino ai grandi capolavori di grandi artisti come Antonello da Messina e Caravaggio”.
La rassegna è iniziata con una performance di circa dieci artisti poliedrici diretti da Marco Savatteri, agrigentino di nascita, e la sua creazione “Al passo coi templi – Experience” un viaggio nel mondo del mito greco classico tra danza divinatoria e rituale e musiche ispirate al periodo storico di riferimento. I performer, vestiti con costumi ed oggetti di ispirazione classica, hanno eseguito canti a cappella, dimostrando grande professionalità e simbiosi con il personaggio interpretato. A seguire, la lettura di David Coco, attore teatrale e cinematografico che, magistralmente ha interpretato alcune pagine tratte dall’opera e dall’arte letteraria siciliana di Eduardo Bufalino. È venuta fuori una Sicilia plurale, una Sicilia composta da tante identità che non si finirebbe mai di contare. Bufalino individua un’isola “babba”, “furba”, “scaltra”, cerniera tra la grande cultura occidentale ed il calore del sud. Capire la Sicilia significa capire sé stesso. Una Sicilia dove regna diffidenza, pudore, senso di essere diversi. Un’isola dove i siciliani hanno poca voglia di migliorare perché credono di essere perfetti. Condizione di fierezza che in realtà è cecità; la speranza nel cambiamento è la condizione vincente che modificherà lo stato delle cose, puntando a risultati e livelli di vita decisamente superiori e migliori. A concludere la serata l’esibizione gospel di Sherrita Duran e del suo gruppo composto da altri sette elementi: un bassista, un pianista ed un batterista oltre a 4 vocalist che si sono esibiti eseguendo i classici canti natalizi ma anche inediti scritti dalla stessa Duran. Californiana di nascita, voce speciale, calda, con una notevole estensione vocale grazie alla sua timbrica da soprano, riesce a disegnare sul pentagramma, performance di notevole livello passando dalla lirica al pop ai musical. Sherrita ha affermato che il gospel è il messaggio del Vangelo, il ringraziamento a Dio per i doni fatti all’umanità, trasmette gioia di vivere poi, in una location come quella del Museo di Messina crea ancora più emozione e fascino. La rassegna si è conclusa con una degustazione di prodotti tipici della tradizione siciliana con quel pizzico di innovazione proposti dallo chef Caliri.