La triste notizia era già nell’aria da un po’ di tempo, da quando erano iniziate a circolare le prime voci sull’aggravarsi delle sue condizioni di salute, complici le difficoltà legate all’età. Adesso è arrivata l’ufficialità: è morto Joseph Ratzinger. Il papa emerito, predecessore di papa Francesco, si è spento da poco all’età di 95 anni. È stato il 265° papa della Chiesa cattolica, 7º sovrano dello Stato della Città del Vaticano, primate d’Italia, oltre agli altri titoli propri del romano pontefice.
Nacque a Marktl (Germania) il 16 aprile del 1927, in una famiglia antinazista, ma dovette prima unirsi obbligatoriamente alla Gioventù hitleriana, poi arruolarsi nell’esercito tedesco. Non fu mai inviato al fronte e non partecipò mai a scontri armati, ma si limitò a compiere delle marce mirate a risollevare il morale della popolazione tedesca provata dalla guerra. Come egli stesso ricordò, nell’aprile del 1945, durante una di queste marce, disertò riuscendo anche a sfuggire alla fucilazione. Il suo legame con il nazismo, respinto con fermezza dal pontefice, fu spesso oggetto di polemiche.
Successivamente intraprese gli studi di teologia e il percorso nel presbiterato. Divenne arcivescovo di Monaco e Frisinga, cardinale della Santa Romana Chiesa e infine papa. Fu eletto nel secondo giorno del conclave del 2005, al quarto scrutinio, nel 19 aprile 2005. Scelse il nome pontificale “Benedetto XVI” per riallacciarsi alla figura di Benedetto XV che “ha guidato la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto Mondiale. Fu coraggioso e autentico profeta di pace e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell’armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio, dono purtroppo fragile e prezioso da invocare, tutelare e costruire giorno dopo giorno con l’apporto di tutti“.
Da registrare, nel corso del suo pontificato, il forte impegno contro la pedofilia nella Chiesa. Ratzinger è stato il primo papa a chiedere esplicitamente scusa alle vittime di abusi da parte di ecclesiastici. Allontanò dalla Chiesa diversi religiosi responsabili di abusi sessuali su minori, stabilendo inoltre norme e linee guida più stringenti contro questi casi.
L’11 febbraio 2013 sorprese il mondo annunciando la rinuncia al ministero petrino: fu l’8° pontefice della storia a compiere tale rinuncia che non si verificava da 598 anni (1415, Papa Gregorio XII). “Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. – disse durante il suo discorso – Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice“.
Una volta succedutogli Bergoglio nelle vesti di nuovo pontefice, Ratzinger si ritirò presso il monastero Mater Ecclesiae, mantenendo l’appellativo di “papa emerito”. Nonostante (seppur contro la sua volontà), Ratzinger sia stato spesso etichettato come baluardo dell”antibergoglismo’, a causa delle sue idee più conservatrici rispetto a quelle più progressiste di papa Francesco, fra i due si è instaurato un forte rapporto personale. Bergoglio, recentemente, aveva chiesto ai fedeli di pregare per Ratzinger, visto l’aggravarsi delle sue condizioni.