Nell’ambito dell’operazione denominata “Acheron”, in cui sono impiegati oltre 150 uomini, la Polizia di Stato di Trapani sta eseguendo decine di arresti e perquisizioni tra le province di Trapani e Reggio Calabria nei confronti di numerosi indagati, accusati, a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, hanno permesso di fare luce su due distinte organizzazioni criminali, tra loro collegate e attive a Trapani e provincia, in grado di garantire il funzionamento di numerose piazze di spaccio sia nel capoluogo che a Marsala.
In particolare, secondo quanto ricostruito dal gip di Palermo, un primo gruppo, che faceva capo a una nota famiglia criminale trapanese da tempo egemone in città nella gestione dei traffici di droga, avrebbe organizzato diverse piazze di spaccio in città. Un secondo gruppo, con al vertice il figlio di un esponente della famiglia mafiosa di Paceco e di cui faceva parte un indagato già condannato in quanto ritenuto affiliato a Cosa Nostra, si sarebbe occupato, invece, di garantire l’approvvigionamento della droga, attraverso la raccolta del denaro, l’organizzazione dei viaggi da e per la Calabria e il mantenimento dei rapporti con persone vicine alle ‘ndrine attive nel rosarnese.
Durante le indagini gli investigatori hanno sequestrato oltre 35 chili di hashish e 5 di cocaina. Un colpo duro per l’organizzazione che controllava le piazze di spaccio trapanesi. I vertici dell’organizzazione avevano ipotizzato di creare un vero e proprio cartello in modo da far lievitare il prezzo dello stupefacente e poter compensare le perdite subite.