“Il Ponte sullo Stretto è costato 1,2 milioni di euro”, ma non è così: la tabella che smonta la fake sulle cifre

Un articolo della giornalista Milena Gabanelli sul Corriere della Sera ha fornito cifre inesatte circa il costo degli studi relativi al Ponte: facciamo chiarezza

StrettoWeb

Un articolo, l’ennesimo, contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto. E da parte dell’ennesimo no-pontista che chiama in causa cifre (inesatte) nonché tesi che via via vengono sempre smontate e allontanate ma poi subito sostituite da altre. Stiamo parlando del pezzo scritto da Milena Gabanelli sul Corriere della Sera. La giornalista, in un articolo dal titolo “Stretto di Messina: il ponte che non si è mai fatto è costato già 1,2 miliardi”, commette già l’errore nel titolo stesso, nella cifra e nei costi. Il Ponte sullo Stretto, infatti, finora non è costato 1,2 miliardi, ma molto meno, addirittura un quarto del numero pubblicato, per la precisione 312 milioni.

Nella tabella in alto, proveniente dall’elaborazione della Corte dei Conti sui dati della Società Stretto di Messina s.p.a. – in liquidazione ma ora riattivata dal nuovo Governo – è possibile vedere quelle che sono state le spese degli ultimi 40 anni: dai primissimi studi di fattibilità nel 1981 al progetto definitivo del 2013. E’ l’ultimo dato, quello di € 312.355.000, il costo totale e definitivo a cui ammontano al momento gli studi sul Ponte, e non gli 1,2 miliardi pubblicati dalla Gabanelli, tra cui anche la somma di tutti gli importi progressivi di cui sopra. Importi progressivi, appunto, il che significa che non vanno sommati, perché rappresentano già il totale (per intenderci, dai 74 milioni degli studi di fattibilità fino al 2001 si sono aggiunti circa 16 milioni di progetto preliminare e atti di convenzione, per un totale di 91 milioni nel 2002-2003. E così via per i 146 milioni del 2004-2006 e per i 312 milioni totali).

312 milioni, dunque, non sono 1,2 miliardi. E si tratterebbe comunque di spese utilizzate per gli studi sulla costruzione del Ponte, studi che non dovranno più essere effettuati. Gli ulteriori studi di fattibilità del Ministro Giovannini, col Governo Draghi, quelli sì, sarebbero stati approfondimenti inutili e ripetuti, spreco di denaro utile solo a prendere (o perdere) tempo, come fatto notare a più riprese da diversi parlamentari. E, tutto sommato, anche alcune inesattezze dell’articolo del Corriere.it non fanno altro (o così pare) che raccogliere tutta una serie di tesi ripetute per decenni a “pappagallo” dai no-ponte che volevano convincere i sostenitori a non realizzarlo. A dire la verità, almeno finora, ci sono riusciti, ma il nuovo Governo ha le idee chiare e vuole quantomeno dare quella sterzata decisiva frutto di una reale volontà a realizzarlo, con il supporto dell’Europa. A meno che non si mettano le serie tv a farlo crollare…

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