Pochi minuti. Abbastanza tristi, inquietanti. Di un filmato altrettanto triste, ma anche vergognoso. Il Ponte sullo Stretto crolla perché costruito dalla mafia. E’ il breve spaccato della nuova serie tv “The Bad Guy”, che vede al suo interno anche attori di una certa fama. Non giudicheremo la serie in sé, la trama, le finalità e volontà della stessa, anche perché non le conosciamo e ciò che non si conosce a fondo non può essere giudicato. Di certo, però, quel breve spaccato già basta a far capire perché si è commesso l’errore più grande: quello di continuare ad “appiccicare”, quasi come se “fosse dovuto”, l’immagine della mafia alla realtà siciliana e calabrese o comunque al Sud Italia. La mafia c’è, e non si può negare. C’era, e non si può negare. La mafia fa schifo, e questo è altrettanto vero. E forse è anche vero che non si è fatto e non si fa abbastanza per combatterla, o combatterla nel modo giusto. Sicuramente, non si combatte trasmettendo in tv l’idea di una grande infrastruttura che crolla perché costruita dalla malavita.
La mafia, in senso lato, termine astratto e isolato dal contesto, in questo contesto, è l’ennesima scusa dei tanti che, rimasti attaccati al “benaltrismo”, hanno allontanato la costruzione del Ponte per anni, decenni e anche oltre. Prima le strade e le ferrovie, poi il vento, poi i terremoti, e infine la mafia. “Non si può fare il Ponte, perché c’è la mafia”. Sarebbe un po’ come dire alle giovani coppie: “non fate figli, perché tanto prima o poi moriranno”. Ma, soprattutto, significa affossare un territorio che non si è mai sviluppato proprio per la presenza della mafia. Ma non (non solo) perché questa abbia fatto da ostacolo, ma anche e soprattutto perché è stata considerata pretesto per non cominciare mai nulla. La mafia c’è ovunque abbiano costruito qualcosa di importante, ma questo non ha impedito di andare avanti. Anzi, è proprio l’infrastruttura a portare sviluppo e ad allontanarla, la mafia, con il lavoro, con la crescita economica, con il benessere. A Genova un Ponte è crollato, c’era la mafia anche lì? Eppure lì si è fatto di tutto per ricostruirlo, senza tante manfrine e senza tante serie tv a sbeffeggiare e offendere un territorio che ci prova pure a uscire da questo “incubo”, ma così di certo non sono d’aiuto.
Inserire all’interno di una serie tv un filmato in cui un Ponte che ancora non esiste crolla, proprio nelle settimane in cui anche l’UE – e non la Sicilia mafiosa, la Calabria ‘ndranghetista o l’Italia #mangiasoldiepotere – conferma pubblicamente l’impegno a finanziarla, significa non solo distruggere mediaticamente un territorio e il suo sviluppo, ma pure generalizzare su di una grande area (quello dello Stretto) in cui non sono tutti mafiosi, e non c’è neanche bisogno di stare a scriverlo. Si fosse fatto bene, poi. E invece no: non solo il Ponte presente nel filmato è stato costruito intorno a un’imprecisata spiaggia che non è il luogo su cui dovrà sorgere l’opera, ma al suo interno ci sono solo corsie autostradali, senza la prevista ferrovia che permetterà il passaggio dei treni e dell’Alta Velocità. Da non dimenticare, poi, una nebbia francamente fuori luogo e senza senso. Proprio sullo Stretto.
Il filmato non è passato inosservato a politici e tecnici sostenitori dell’opera, i quali starebbero già pensando di muoversi per istituire un class action. Nel frattempo, il Ministro di Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, colui che più di tutti spinge da tempo alla realizzazione (ha anche riattivato la società in liquidazione Stretto di Messina), sui social ha denunciato l’accaduto: “In una nuova serie tv di Amazon – ha scritto – ennesimo stereotipo di pessimo gusto sull’Italia e sul popolo siciliano: dopo la sua realizzazione, il Ponte sullo Stretto crolla perché la costruzione era stata affidata ad aziende legate ai clan mafiosi… Non possiamo più accogliere in silenzio insulti e offese al nostro Paese. L’Italia da sempre crea capolavori ingegneristici dentro e fuori dai confini: il Ponte sarà l’ennesimo esempio di genialità italiana nel mondo. Volere è potere”, ha concluso. Di seguito il breve spaccato di video sopra descritto.