26 gennaio 2020, più o meno tre anni fa, settimana più settimana meno. La Reggina la Serie B la sognava soltanto, il Bari la dava per scontata. Era data da tutti come la grande favorita estiva, dopo l’avvento di De Laurentiis, il dominio in Serie D e le spese pazze per la promozione in cadetteria, ma aveva dovuto fare i conti con una squadra, quella amaranto guidata da Toscano, che era una macchina ai limiti delle perfezione e che poi la B la conquistò davvero, trasformando il sogno in realtà. Quella partita di gennaio, però, terminò 1-1, con il gol di Perrotta all’89’ e le polemiche finali, ma non cancellò una bellissima giornata di festa così come una sensazione generale: quelle due squadre di lì a breve si sarebbero incontrate di nuovo, ma in altre categorie. Forse, però, qualche anno più tardi del previsto, perché se la Reggina in B ci arrivò subito, il Bari da quel gennaio ci impiegò altri due anni e mezzo, trovando di fronte, dopo gli amaranto, la Ternana di Lucarelli, altra schiaccia-sassi.
Tre anni, dicevamo. Al netto di quello che parrebbe un periodo piuttosto breve, specialmente nel calcio, sembrano però passati tre secoli. Da gennaio 2020 ad oggi, infatti, è successo di tutto e di più. Innanzitutto, da lì a qualche settimana, lo scoppio di una pandemia che ha sconvolto il mondo e da cui solo ora sembriamo vedere la luce. Dal punto di vista calcistico, poi, di quella Reggina è rimasto ben poco. Il Ds Taibi, Rivas, Liotti e Loiacono e poi Reggio, la solita Reggio, la solita tifoseria amaranto, calda, bellissima e passionale, allora come anche sabato sera. Per il resto, tutto nuovo, a partire dalla categoria appunto, la Serie B. Dopo due anni tribolati conclusi con salvezze tranquille, questa estate si è rischiato il baratro, con una proprietà nuova di zecca rispetto a quella di quel gennaio 2020 e un allenatore che di nome fa Filippo e di cognome fa Inzaghi. In casa Bari, invece, è cambiato meno del previsto: la proprietà è sempre quella De Laurentiis, solida e ambiziosa, in C come in B, oggi come allora (ed è anche normale fosse così, al netto dell’eventuale problema multiproprietà). Simboli di quella squadra, e simboli anche di questa, Maita e Antenucci, con un Folorunsho allora in panchina e oggi grande trascinatore dei galletti (con la Reggina in mezzo).
La speranza, per i tifosi amaranto, e che non trascini il Bari anche sabato sera, per una partita importante e tra due delle squadre migliori della categoria, ieri come oggi. E, ieri come oggi, sarà un Granillo vestito a festa. Ecco, abbiamo trovato un altro punto in comune rispetto a tre anni fa. Forse il più importante…