Nel calcio, le statistiche dicono tanto, ma non sempre tutto. Si possono effettuare 30 tiri nello specchio e non segnare, se ne può effettuare solo uno e vincere. In questo sport, vince chi segna un gol in più dell’avversario o, ancora meglio, chi tra le due squadre commette meno errori. Perché non commettere alcuno errore, nell’arco dei 90 minuti, è pressoché impossibile. Si possono vincere le partite stra-dominando, oppure sfruttando il grande cinismo di un match ostico, equilibrato, nervoso. E’ il caso di Ascoli-Reggina di ieri. La Reggina ha tirato solo una volta in porta, ma ha vinto. E, al netto di quanto recriminato da Bucchi, non ci pare che i bianconeri abbiano mai sporcato i guanti di Colombi. Detto ciò, e questo è un monito soprattutto per i palati fini, non si può sempre pensare di vedere una Reggina lucida, perfetta, che gira a mille e che sia in grado di vincere con ampio distacco. Ultimamente ha vinto le classiche gare sporche, quelle che contano di più a fine stagione, quelle giocate senza creare troppo, ma sempre restando in partita. Non si dimentichi che, rispetto a inizio stagione, in cui in pochi credevano alla squadra di Inzaghi, ora tutti la temono e la affrontano in altro modo, motivo per cui è anche più difficile affondare.
Ma, a chi dice che Menez e compagni stiano perdendo smalto e idee, basta mandarli a riguardare il gol di Rivas. Tutto nasce da un’azione già vista, per questo tutt’altro che casuale: il taglio dell’honduregno verso il centro. E’ vero, Rigoberto poi ha perso l’attimo, ma da quell’imbucata ha creato il pretesto per segnare, mettendo dentro qualche secondo dopo da una situazione paradossalmente più difficile di quella precedente, che si era creato quasi da solo. Sì, perché quel taglio dalla sinistra verso il centro è un movimento già visto nell’arco di questa stagione, frutto di uno schema che si prova e che funziona. Tra l’altro, a distanza di qualche mese, è stato rinsaldato l’asse con Cionek. Ieri, a servire l’ala sul filo del fuorigioco, è stato proprio il difensore, come accaduto alla prima giornata. Il secondo gol in casa della Spal, infatti, è molto simile, con il polacco a servire centralmente Rivas, il quale mette poi dentro per Menez, come si può vedere dalle immagini in basso.
Ci sono poi almeno altre due situazioni che fanno capire che la Reggina ci prova, lavora molto bene sulle situazioni offensive e si costruisce alternative per sfondare in vari modi. Si pensi agli ormai classici inserimenti delle mezz’ali; a un Menez mobile che si sposta ora a sinistra, ora sulla trequarti; ai terzini in costante fase di spinta. E, appunto, ai letali movimenti di Rivas. Nonostante le indicazioni di Inzaghi verso le ali siano quelle di rimanere il più larghe possibili, in alcune condizioni di gioco l’honduregno si propone con dei tagli centrali sul filo del fuorigioco, sfruttando le difese alte avversarie e il buco lasciato libero da Menez. Il movimento visto ieri e a Ferrara, infatti, lo avevamo visto anche in casa contro il Palermo (servito da Menez, Rivas batte Pigliacelli in pallonetto, ma è offside di millimetri e il gol viene annullato) e prima ancora a Terni, ma non era andato a buon fine. Questa è una delle soluzioni che, seppur studiate e vagliate dagli avversari, a volte si rivela fatale. Perché quando non è possibile utilizzare armi scontate, anche in virtù di un avversario che ormai ti conosce, è necessario ricorrere ad altre armi. Il gol di ieri, nonostante una partita bloccata e la necessità di un episodio, non è frutto del caso, non è fortuito, ma parte da un’azione provata e studiata, inframezzata – per restare in tema – dalla presenza in area di Menez e Fabbian, i quali hanno creato le condizioni affinché il pallone tornasse a Rivas. Di seguito altre immagini dello stesso movimento di Rivas che abbiamo visto ieri, contro Palermo e Ternana.