di Dominella Quagliata – Gentile direttore, le scrivo perché sollecitata dall’ennesimo intervento di uno dei tanti generosi sognatori reggini, che provoca in me una leggera, e ormai scanzonata, rassegnazione.
La condivisione di un sogno, una vision, purtroppo ormai poco originale, che identifica un unico, ipotetico, dream-team, cui tutti dovremmo dare fiducia e sostegno incondizionati, quale salvezza per Reggio Calabria.
Non ricordo un tempo in cui questo medesimo sogno non sia stato esplicitato da qualcuno. Non ho mai raccolto dissensi rispetto al suddetto desiderio.
Perché, dunque, se, da sempre, siamo d’accordo su questa soluzione, non l’abbiamo mai implementata?
Analizzando clinicamente la situazione, le motivazioni sarebbero chiarissime anche ad un neo laureato in psicologia. Ma nessuno mi ha commissionato un parere professionale, per cui espliciterò le mie considerazioni in merito, comunque non richieste, da cittadina, da lettrice della testata che dirige.
Le contaminazioni cattoliche, probabilmente dispercepite, hanno generato, in molti forse troppi, l’illusione di essere stati investiti da una missione sovrannaturale, supportata dall’infusione della verità suprema, finalizzata alla salvezza di un’intera città, tanto da sentirsi in diritto di affermare, più o meno esplicitamente, concetti quali “chi mi ama, mi segua” e “chi non è con me è contro di me”.
E così, riferendosi ad altri salvatori, muovono accuse, vistosamente proiettive, di autoreferenzialità. Accuse pacchianamente mascherate da attestazioni di stima.
Eppure i suddetti “unti” hanno piena contezza, lo testimoniano le loro pragmatiche vite private, che un sogno, affinchè si avveri, necessita di coerenza progettuale; di valutazione costi benefici; di risorse umane definite e soprattutto di una dettagliata ed esplicitata metodologia.
Da cittadina, non avendo ricevuto alcuna chiamata divina e non sentendomi consacrata alla guida del popolo, ma facendo tesoro dei tanti preziosi insegnamenti teorici ricevuti dagli eruditi, senza alcuna ironia, saggi reggini, ho voluto, negli anni passati, umilmente proporre agli stessi un’operativizzazione dei desiderata territoriali. La metodologia si chiamava “Reggio ProAttiva” e altro non era che una modellizzazione di quanto i sognatori da sempre propongono e si auspicano.
Pochi, semplici, passi che prevedevano un’investitura terrena, conferita dopo un percorso di condivisione in cui tutti sarebbero partiti senza ruoli privilegiati e, come succede nei gruppi di pari, conquistando naturalmente la leadership. Nessuno avrebbe avuto la possibilità di autoproporsi.
Cosa ne è stata di questa proposta? È stata valutata dai saggi inappropriata, irrealizzabile, inutile?
No, è stata molto apprezzata. E dunque? Purtroppo la metodologia “Reggio ProAttiva” non prevedeva la designazione preventiva di un “salvatore”, in realtà neppure postuma; dunque nessun unto si è sentito attratto da un percorso in cui, pur impegnando tempo e risorse, non avrebbe avuto garanzia di poter esser “La” guida indiscussa della città. Nessuno di loro nega il valore degli altri, un valore che mai, però, raggiungerà il proprio.
Sono state condivise proposte metodologiche alternative alla mia? No, solo finalità dichiarate, sempre le stesse, con una litania ipnotica.
E va bene così, continuiamo a permettere ai sogni di rimanere tali, assolvendoci dalle responsabilità nel momento in cui le attribuiamo agli altri.
Non voglio abusare ulteriormente, direttore, del suo garbo di ospitalità, per cui non condividerò la lunga lista dei saggi a cui ho proposto di far loro il suddetto approccio metodologico, ma che hanno rifiutato l’invito, occuperei l’intera testata. Ma sento il dovere morale di condividere i nomi di alcuni dei 136 cittadini, probabilmente più saggi dei saggi e sicuramente maggiormente congruenti tra dire e fare, che hanno fatto proprio il modello, sottoscrivendolo. Di seguito le generalità di chi, impegnandosi/proponendosi pubblicamente per guida di Reggio Calabria, ha con i fatti, non dunque con le fumose chiacchiere, dimostrato di essere pronto a fare un passo di lato per il bene comune: Anna Bellantoni; Daniela De Blasi; Demetrio Delfino; Domenico Augliera; Domenico Gattuso; Eduardo Lamberti Castronuovo; Eugenia D’Africa; Fabio Foti; Giuliana Barberi; Giuseppe Maria Angelone; Joe Puntillo; Marisa Cagliostro; Tilde Minasi.
A loro, e a tutti i sottoscrittori, un sentito grazie da una cittadina. Agli altri l’augurio di proseguire nel godimento onanistico, almeno qualcuno in questa città riesce a godere, che impedisce che il sogno di tutti diventi realtà.