“Il brigante e il generale/ La guerra di Carmine Crocco e Emilio Pallavicini di Priola”, edito da Laterza, è il nuovo affascinante saggio storico del Prof. Carmine Pinto, Ordinario di Storia Contemporanea presso l’Università degli studi Salerno e studioso del Risorgimento, che sarà presentato al pubblico reggino giovedì 15 dicembre alle ore 17,00 presso la Sala Giuffrè della Biblioteca “Pietro De Nava” nell’ambito degli incontri promossi dall’Associazione Culturale Anassilaos e dalla stessa Biblioteca De Nava, con il patrocinio del Comune e della Deputazione di Storia Patria per la Calabria.
A introdurre lo studioso sarà il Dott. Fabio Arichetta, Socio della Deputazione Storia Patria della Calabria nonché Responsabile dell’appena istituito Centro Studi “Rosario Romeo” per la Storia Moderna e Contemporanea di Anassilaos che per l’occasione riceverà il suo battesimo. Il Prof. Pinto è uno storico che pur respingendo talune forme di revisionismo becero e ideologico nei confronti del Risorgimento e del conseguente processo unitario del Paese non ne nasconde la complessità e la problematicità.
Nel volume, oggetto del suo intervento, egli affronta uno dei temi più spinosi che si trovò ad affrontare l’Italia unita e che interessò soprattutto il Mezzogiorno, quella vera e propria guerra civile che nel saggio vede contrapposti un brigante e un generale, Carmine Crocco e Emilio Pallavicini di Priola. Uno spavaldo erede del mondo feudale contro un baldanzoso aristocratico di spada, l’ultimo esercito dell’antico regime contro il primo esercito nazionale. Una storia che ancora oggi suscita emozioni e divide.
Sulle rive dell’Ofanto, nel Mezzogiorno italiano, un secolo e mezzo fa si svolse una grande sfida. Da una parte c’era il brigante, Carmine Crocco. Pastore, militare, bandito di professione, divenne il capobanda più famoso nelle campagne meridionali dopo il 1860. Alla guida del brigantaggio filoborbonico, sperimentò forme di guerriglia che avranno fortuna nel XX secolo, anticipandone gli aspetti politici e una organizzazione criminale su larga scala. Dall’altra parte, il generale, Emilio Pallavicini di Priola, aristocratico sabaudo, militare esperto in operazioni speciali e al comando di reparti schierati nella campagna contro il brigantaggio. L’ufficiale era parte dell’antica aristocrazia di spada e interpretò la conclusione di un processo secolare, in cui i ruoli militari passavano definitivamente ai professionisti della guerra.
Nel primo decennio dell’Italia unita furono questi due uomini, lontanissimi per origine e formazione, i protagonisti più conosciuti della guerra per il Mezzogiorno. Carmine Pinto racconta le loro ‘vite parallele’ e, attraverso queste, gli episodi, i luoghi, le battaglie e le leggende, la guerra tra il primo esercito nazionale e l’ultimo dell’antico regime, fino allo scontro finale e al sorprendente epilogo delle loro esistenze.