Sono 20 anni che il Brasile non vince il Mondiale, un digiuno destinato a continuare. Doveva essere la Coppa del Mondo verdeoro, quella che avrebbe definitivamente consacrato Neymar pronto a sedere alla destra di Pelè (raggiunto per numero di gol), quella di un brasile non solo talentuoso davanti, ma anche solido dietro in barba a stereotipate tradizioni calcistiche. E invece, i ragazzi di Tite sono fuori ai quarti di finale.
Il merito è della Croazia, squadra solida e quadrata, nettamente inferiore in quanto a talento offensivo, ma con una difesa blindata, un centrocampo da fare invidia a chiunque e un ‘para rigori’ che continua a fare la differenza. Come già accaduto contro il Giappone agli ottavi, il destino della Croazia torna a decidersi dagli 11 metri. Dopo 90′ minuti a reti bianche, Neymar sfonda in area, mette a sedere il portiere e segna il gol che manda virtualmente in semifinale il Brasile. Nel secondo tempo supplementare una disattenzione difensiva verdeoro permette alla Croazia di capitalizzare una delle poche, nitide, occasioni avute con Petkovic che realizza il gol più importante della sua carriera.
E si torna dal dischetto. Livakovic ferma Rodrygo, i croati Vlasic, Majer, Modric e Orsic non sbagliano. Marquinhos invece sì, palo pieno. Ironia della sorte, nel talentuoso Brasile, dal dischetto si presentano un mediano (Casemiro) e un centrale (Marquinhos), ma non il funambolo Anthony e Neymar che avrebbe battuto il 5°. Rimpianti sui quali ragionare dal triplice fischio e per i prossimi 4 anni.