Simone Celebre guiderà anche per il prossimo quadriennio la Fillea Cgil Calabria. La sua riconferma, 27 voti favorevoli e un astenuto sui 28 votanti dei 35 aventi diritto, è avvenuta, oggi pomeriggio, a conclusione del XX congresso regionale della Fillea Cgil Calabria tenutosi a Roccella Jonica, presso l’ex Convento dei Minimi. All’assise congressuale, apertasi con la relazione Simone Celebre, in qualità di segretario generale uscente, hanno partecipato, oltre ai delegati eletti nei precedenti congressi della Fillea di Cosenza, dell’Area Vasta Cz, Kr e Vv e della Fillea Reggio Metropolitana e il segretario generale della Cgil Calabria, Angelo Sposato. Le conclusioni sono state tratte dal segretario della Fillea Cgil Nazionale, Alessandro Genovesi. Simone Celebre, nella sua relazione puntuale, accorata e ricca di spunti per il successivo dibattito, dopo aver sostenuto che la scelta di celebrare il congresso regionale della Fillea Cgil a Roccella Jonica non è stata per nulla casuale, ma fortemente voluta perché “noi pensiamo – ha sostenuto – che in questa terra i temi della solidarietà, dell’accoglienza e dell’uguaglianza sono valori a noi molto vicini che vogliamo portare avanti, ha analizzato le maggiori “vertenze” che interessano il settore edile. Soffermandosi sul tema delle infrastrutture ha sostenuto che: “Il ponte sullo Stretto, oggi, non è la priorità. Per arrivare a Reggio Calabria – ha evidenziato – abbiamo bisogno prima di quelle infrastrutture che permettano di arrivarci in tempi celeri e brevi, ma, soprattutto, in piena sicurezza. Perciò abbiamo urgente bisogno di completare l’intero tracciato della strada statale 106. Non possiamo accettare un provvedimento inserito nella legge di bilancio (art.88) di 3 miliardi di euro per la realizzazione relativo all’asse viario Sibari – Catanzaro in un arco temporale di 15 anni e dimenticarsi del tratto che da Catanzaro arriva a Reggio Calabria. Così come sull’Alta velocità in Calabria è tutto fermo. Sul tratto calabrese non ci sono risorse disponibili perché si fermano nella tratta Romagnano – Battipaglia. Io penso che siano queste le priorità che deve avere il Governo e che noi come calabresi dobbiamo rivendicare”.
Affrontando, poi, il sempre attuale tema della sicurezza sui posti di lavoro ha rimarcato che “da gennaio a novembre di quest’anno i morti sul lavoro sono stati più di 900, con una media di quasi tre vittime al giorno. Come Fillea – ha sottolineato il segretario della Fillea Calabria – abbiamo fatto delle nostre proposte: quella della patente a punti per le aziende che rispettano le regole e quella dell’omicidio colposo per quelle aziende che non le rispettano. Non è più accettabile che “i padroni” per fare profitto mettono a repentaglio la vita dei lavoratori”. Simone Celebre, nella sua relazione ha criticato il nuovo codice degli appalti dicendosi molto preoccupato perchè “con le nuove norme si va verso la liberalizzazione del subappalto facendolo diventare – ha concluso – una vera giungla a discapito dei contratti e del buon lavoro”. Dopo un “vivace” e proficuo dibattito, i lavori sono stati conclusi dall’intervento di Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea nazionale. “Siamo qui a sostenere – ha evidenziato Alessandro Genovesi – non solo la nostra federazione regionale, ma più in generale le politiche di sviluppo che in questi mesi stanno conoscendo un’importante accelerazione. L’infrastrutturazione della Calabria è importante non solo per i calabresi e per l’economia di questa Regione, ma anche per la funzione di congiunzione che la Calabria deve avere rispetto al corridoio europeo che coinvolge la Sicilia e il Nord Africa. Quindi la realizzazione delle Infrastrutture in Calabria è parte integrante di un progetto più ampio. Fare presto, fare bene i cantieri presuppone un’attenzione particolare sia sul rispetto dei contratti e sia sul rispetto degli orari. Soprattutto vuol dire presidiare i territori sostenendo – ha concluso il segretario nazionale della Fillea Cgil – le imprese serie e contrastando quelle imprese che non rispettandole norme e i contratti, guadagnano sulla pelle dei lavoratori”.