Si è svolta il giorno di Santa Lucia, cioè il 13 dicembre c.a., la tavola rotonda in memoria dell’evento storico – culturale, per l’unità d’Italia e per l’onore della bandiera italiana, 22 ottobre 1860, giornata a cui risale la c.d. battaglia di Caridà, per iniziativa del Presidente del Consiglio Comunale Avv. Gabriele Santi Trimboli e del Sindaco di San Pietro di Caridà Geom. Sergio Rosano, presso l’ ex plesso scolastico di San Pier Fedele (frazione di San Pietro di Caridà – Distretto 3 – Municipio 10 – della Città Metropolitana di Reggio Calabria).
“Patria, famiglia e lavoro dal XIX al XX secolo” sono state le tematiche trattate dai quattro relatori in oltre tre ore di dibattito nel convegno dal titolo: “Il Primo Martire per l’Italia”, con gli interventi di tutti i presenti, ai quali sono state consegnate le agende a memoria dell’evento ed, ai relatori, le targhe, oltre alla benemerenza locale, in favore degli alunni della Scuola Secondaria di primo grado di Serrata, appartenente all’Istituto comprensivo Laureana – Galatro – Feroleto del territorio “ALTA PIANA DEL MESIMA”, con la richiesta, espressa congiuntamente tra i rappresentanti delle istituzioni presenti, di un’altra di rilievo nazionale, al Capo dello Stato.
Sono iniziati i lavori preparatori con i saluti del Sindaco di Caridà che ha ricordato come, nonostante una giornata piovosissima, l’evento organizzato nella struttura comunale di San Pier Fedele è riuscito ottimamente grazie alla capacità ricettiva della stessa e alle opere di riqualificazione e di ammodernamento apportate dall’amministrazione comunale durante la corrente consiliatura (2018 – 2023).
La tavola rotonda è proseguita con la presentazione del Presidente del Consiglio Comunale di San Pietro di Caridà, Avv. Gabriele Santi Trimboli, il quale ha ringraziato per la loro presenza, tra gli altri, i rappresentanti delle istituzioni, dal Sindaco Metropolitano f.f. di Reggio Calabria Avv. Carmelo Versace, ai Sindaci dell’Alta Piana del Mesima (Laureana di Borrello, Feroleto della Chiesa, Serrata, e Galatro) ed ha portato i saluti del Presidente della Regione Calabria On. Roberto Occhiuto, che è stato impossibilitato a presenziare ed ha inviato un suo messaggio auspicando “un proficuo svolgimento dei lavori”, nonché del Sindaco di Candidoni Avv. Vincenzo Cavallaro, anch’esso impedito ad essere presente, pur avendo condiviso tale evento storico – culturale nella sua ratio di crescita formativa del territorio.
Il Presidente del Consiglio Comunale Avv. Gabriele Santi Trimboli ha continuato il suo intervento auspicando nelle nuove generazioni e, quindi, anche nelle scuole, come quella di Serrata (meritevole, su proposta dello stesso Ufficio di Presidenza, di un encomio del Quirinale), la reviviscenza dei valori della Patria, unita, indivisibile, indipendente, libera e repubblicana, secondo l’ ideologo, del XIX secolo della Giovine Italia, Giuseppe Mazzini. Quest’ultimo – ricorda il Presidente della massima assise caridadese – dopo le prime elezioni del Parlamento Italiano del 27 gennaio 1861, parlò di un Risorgimento “incompiuto” o peggio “tradito” “da un’esasperata piemontesizzazione che umiliava l’idea stessa dell’unificazione” cui Mazzini, genovese, ed i suoi seguaci, anche nel territorio reggino, hanno dedicato tutta la loro vita, alcuni sacrificandola, come Domenico Romeo di Santo Stefano d’Aspromonte, decapitato ed esposto in piazza a Reggio Calabria dal regime borbonico nel settembre del 1847.
Questi sentimenti popolari di amore patriottico che ebbero tanti “martiri per l’Italia” – prosegue il Presidente del Consiglio Comunale Avv. Trimboli – sono, ancora oggi, messi a rischio, sotto forma di egoismi territoriali esasperati di minoranze oligarchiche del Nord Italia, che vi furono come già detto, pure in passato, sin dal 1861. A tal proposito si rammenta che il Sindaco Metropolitano f.f. di Reggio Calabria Avv. Carmelo Versace, in sinergia con la ratio dell’intervento, già citato del Presidente Trimboli, nel chiudere i lavori, come massima autorità sovra comunale presente, ha auspicato che questi valori “mazziniani” possano essere diffusi, non solo agli scolari, ma anche ai parlamentari che dovrebbero farli propri nello svolgimento del proprio mandato, tant’è che lo stesso rappresentante metropolitano nell’esprimere il proprio parere, ha testualmente affermato che: “una vera unità del Paese non c’è mai stata, né politicamente né geograficamente. Se, ancora oggi, parliamo di autonomia differenziata probabilmente l’unità d’Italia non si è mai pienamente compiuta. Non è una questione che riguarda l’attuale Governo o quello passato” ed ha proseguito – aggiungendo che: “ogni qualvolta si tocchi questo tema, riecheggiano sempre determinate terminologie che in un paese normale non sarebbero esistite“.
Nel prosieguo del dibattito sulle tematiche del convegno, ha iniziato ad interloquire il relatore, Sindaco di Santo Stefano d’Aspromonte, Francesco Malara, che ha intrattenuto il numeroso uditorato, che non riusciva ad essere contenuto nella pur ampia struttura comunale, sul risorgimento italiano, partito dall’Aspromonte con i moti del 1847. Il fenomeno è stato partorito – secondo Malara – da gente semplice che viveva in montagna e che scese a valle a conquistare Reggio Calabria ed issare il tricolore sul Castello Aragonese, segnale per i messinesi di un’insurrezione congiunta nell’area metropolitana dello Stretto. In prosecuzione, tra gli interventi, seppur in estrema sintesi, ricordiamo quello del Vice Sindaco di Candidoni Dr. Ferdinando Domenico Mamone che ha raccontato la battaglia di Caridà per la Patria ed il tricolore da issare su Piazza Vittoria, dove il farmacista Giuseppe Riolo, di Santu Petru, capitano della Guardia Nazionale, cercò di giocare la carta a sorpresa contro i borbonici caridadesi, partendo proprio dall’attuale territorio di San Pierfedele, attaccando Caridà da tre posizioni distinte con tre formazioni di combattenti diverse, per avere il sopravvento sui caridadesi. Peraltro, resta di attualità la frase riportata dal Dr. Mamone dell’abate Martino di Caridà che, all’epoca, non condivideva la politica borbonica, ma che, in seguito, fu deluso anche dalla guida governativa piemontese: “ca di la furca passammu a lu palu“.
Successivamente alla testimonianza del XIX secolo (prima e seconda guerra mondiale), gestita dal moderatore – giornalista Aldo Polisena per la realtà vissuta e raccontata, da Carmelo Brando (ex dipendente della Polizia Municipale di Serrata), premiato con benemerenza civica, vi è stato il contributo di Gino Minà, già Giudice Aggregato al Tribunale di Latina ed autore del testo Caridà, sul c.d. plebiscito del 1860. Ricordando la battaglia di Caridà del 22 ottobre 1860, il caridadese Gino Minà – con un intervento letto per il tramite di Giosofatto Rosano – ha evidenziato come il capitano della Guardia Nazionale di Santu Petru riuscì a strappare la bandiera bianca borbonica dalle mani di un abitante di Caridà, il giovane Antonio Morfea, per fargli imbracciare il tricolore ed in quel frangente fu ferito da una pallottola al braccio destro, che dopo, dovette essergli amputato.
Ha concluso il dibattito storiografico, il relatore Prof. Giuseppe Caridi, già Ordinario di Storia moderna presso l’Università di Messina, che ha rilevato come il risorgimento italiano, per la costruzione di una Nazione, di una Patria quale sarebbe dovuta essere l’Italia una ed indivisibile, sotto il tricolore, fu un moto popolare nato dalle classi sociali più umili del tempo ed ha avuto i suoi rigurgiti d’orgoglio tricolore (con il drappo Verde, Bianco e Rosso) proprio nel territorio metropolitano di Reggio Calabria, dalle radici dell’Aspromonte, con la prima guerra mondiale che fu definibile come una c.d. quarta guerra d’indipendenza per la conquista del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia.