Si chiude il 2022, è tempo di bilanci anche per la politica. Un anno ricco di sfide e soprattutto cambiamenti, il più grande, dopo la pandemia di Covid, il nuovo corso del governo che ha visto l’elezione del primo premier donna della storia. Giorgia Meloni chiude il suo 2022 facendo il pieno di consensi. Nello scenario delineato dal sondaggio di Nando Pagnoncelli, pubblicato da “Il Corriere”, rimane stabile il 58% delle preferenze per la leader di FdI, mentre l’esecutivo scende dal 55% al 54%.
La recente legge di bilancio rappresentava un banco di prova importante del governo, complice le tempistiche ristrette della sua approvazione: una sfida che non ha scalfito il consenso dell’elettorato che continua a dare fiducia a Fratelli d’Italia, salito al 31,7%. Il Movimento 5 Stelle si conferma al secondo posto con il 17.6%, mentre il PD scende del -0.9% attestandosi al 16,3%. A seguire, la Lega con il 7,8% (+0,5%) e Azione/Italia Viva (7%) che sorpassa Forza Italia (6,2%, in calo di 0,6%). Nel complesso il centrodestra ottiene il 46,8% delle preferenze e si mantiene stabile rispetto a fine novembre (+0,1%), mentre il centrosinistra si conferma in calo (-1,4%) e scende al 22,1% (-4% rispetto alle politiche).
Giuseppe Conte conferma la propria popolarità con un indice di gradimento pari a 32, seguito da Salvini (27), Berlusconi (24) e Calenda (22, in crescita di 2 punti rispetto a novembre), flessione per Fratoianni (-3) e Bonelli (-2), raggiunti da Renzi a quota 16. L’anno che volge al termine ha confermato la volatilità delle preferenze degli elettori: a gennaio Pd (20%), Lega (19,7%) e FdI (19,5%) erano separati solo da 0,5%, il M5s era al 15,9% (ma a fine luglio era precipitato all’11,3%) e Forza Italia si attestava al 9,2%. Il centrodestra, pur mantenendo un bacino elettorale più o meno simile, nel corso dei mesi ha fatto registrare un importante trasferimento di voti da Lega e FI in favore di FdI.
A tre mesi dalle elezioni del 25 settembre, FdI può contare sull’elettorato più fedele (87,9% di chi votò FdI alle politiche oggi confermerebbe il proprio voto) e sulla più elevata capacità di attrarre nuovi elettori che provengono soprattutto dall’area dell’astensione (13,6%) e dagli alleati del centrodestra (4% da FI e 3,4% dalla Lega), e in misura minore dal Terzo polo (1,6%), dal Pd e dal M5S (1,4%). La Lega può contare sulla fedeltà del 72,1% dei propri elettori ma non riesce ad arginare il flusso verso FdI (12,4%) e l’astensione (10,5%). Inoltre, FI e Noi Moderati hanno un elettorato meno fedele (65,5%) e più sensibile al richiamo di FdI (14%).
Decisamente differente la situazione dell’opposizione. Le difficoltà del Pd portano a un 19,7% di elettori che dichiara di essere indeciso su chi votare o di volersi astenere, il 3,8% pensa di passare al M5S, l’1.9% a un’altra forza di sinistra, l’1,5% al Terzo polo, il 2,4% sceglie FdI. Il Movimento 5 Stelle può contare sulla fedeltà dell’84,5% degli elettori e sull’attrazione del 16,1% degli astensionisti delle scorse politiche. Per quanto riguarda il Terzo polo, quasi 4/5 degli elettori (78,6%) confermerebbero il proprio voto: chi cambierebbe scelta è orientato verso FdI (6,4%), mentre il 2% voterebbe Pd e l’1,9% Forza Italia. Tra i voti in entrata si conferma la maggiore provenienza dal Pd (4,1%) e dalle altre forze del centrosinistra (2%) rispetto ai voti provenienti dal centrodestra (nel complesso 2,2%).
Per quanto riguarda l’area del ‘non voto’, l’81% dei non votanti conferma la volontà di disertare le urne, mentre chi ha deciso di esprimere una preferenza premia FdI (6,7%), M5S (4,4%) e Ps (3,2%). Cambia anche la natura dell’elettorato. Gli operai e i lavoratori esecutivi, storicamente rappresentati dalla sinistra, da tempo sono orientati verso destra e dichiarano (39,1%) di voler votare per FdI. Il Pd perde consensi anche nelle fasce in cui contava una presa maggiore, ovvero fra laureati, persone più abbienti e residenti nei quartieri più ricchi.
Interessante il dato che riguarda ceti produttivi (imprenditori e autonomi) che insieme alle casalinghe costituivano uno dei punti di forza di FI e oggi votano FdI, mentre Berlusconi registra un decremento che lo porta al 5° posto con il 9,1% tra gli imprenditori e i dirigenti e il 6,4% tra gli autonomi e al quarto posto tra le casalinghe con l’11,1%. I cattolici praticanti esprimono la loro preferenza per FdI (32% tra gli assidui e 37,4% tra i saltuari).
In generale Fratelli d’Italia risulta il primo partito fra tutti i segmenti sociali, con le eccezioni rappresentate dai giovani (18-34 anni), dagli studenti, dalle persone di condizione economica bassa, dai disoccupati, dai residenti del Sud e delle isole: tali fasce premiano il Movimento 5 Stelle. Il partito guidato dalla leader Giorgia Meloni risulta molto trasversale: fa il pieno di preferenze fra imprenditori e lavoratori autonomi, ma anche fra impiegati, operai, casalinghe, pensionati: laureati, persone con la licenza elementare o senza titolo; tra cattolici praticanti e non credenti.