Alfredo Cospito, dal carcere e malato, riesce a creare bagarre in Parlamento. Ma come può un criminale terrorista dividere i politici italiani? Semplice: per una certa sinistra l’anarchico non dovrebbe essere sottoposto a regime di 41 bis. E poco importa se ha gambizzato Roberto Adinolfi, o se ha organizzato l’attentato alla scuola carabinieri di Fossano nel 2006, o ancora se è stato tra i leader della Fai, Federazione anarchica informale, movimento composto da vari gruppi dediti all’intimidazione armata rivoluzionaria, ritenuta un’associazione per delinquere con finalità di terrorismo.
Attualmente il terrorista “è stato trasferito per sicurezza sanitaria ma non cambia il suo regime carcerario, la scelta del trasferimento è stata fatta perché Opera ha una struttura sanitaria forse la più efficiente in Italia, ma il 41 bis non cambia“. Lo ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in conferenza stampa con i ministri della Giustizia, Carlo Nordio, e dell’Interno Matteo Piantedosi. “Ci auguriamo – ha aggiunto – che tutti sostengano l’azione del governo contro la violenza“. Ma così a quanto pare non è stato.
Le parole di Donzelli e le reazioni
“Un influencer che usa il 41 bis per far cedere lo Stato“. E ancora: “La sinistra sta con i terroristi o con lo Stato?“. Sono queste le dichiarazioni forti del deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, su Alfredo Cospito, che hanno scatenato una bufera alla Camera, costringendo ad interrompere la seduta. Le opposizioni hanno chiesto le sue scuse ma il deputato di FdI non si muove di un passo rispetto a quanto detto in aula: “Non devo chiedere scusa su niente, non ho detto niente di sconveniente. Andrò ben volentieri dal giurì d’onore“.
Le affermazioni di Donzelli sui collegamenti tra esponenti di sinistra e Cospito fanno riferimento a una visita in carcere al terrorista, avvenuta il 23 gennaio scorso, da parte di alcuni parlamentari del Pd, tra cui Andrea Orlando, Walter Verini e Debora Serracchiani, effettuata nell’esercizio delle loro prerogative di parlamentari. “La questione nasce da un fatto: è vero o no che alcuni parlamentari del Pd sono andati a trovare Cospito? Donzelli nell’ambito della critica politica ha semplicemente riportato un fatto“, ha precisato Ylenja Lucaselli di Fratelli d’Italia.
Tra l’altro, quello stesso 23 gennaio, risulta un dialogo tra Cospito e altri detenuti alquanto ambiguo, soprattutto se si pensa che di lì a poco avrebbe incontrato gli esponenti del Pd. Come ha spiegato Donzelli, “dai documenti che si trovano al ministero della Giustizia, Francesco Di Maio del clan dei casalesi diceva, incontrando Cospito: ‘Pezzetto dopo pezzetto si arriverà al risultato’, che sarebbe l’abolizione del 41 bis. Cospito rispondeva: ‘Dev’essere una lotta contro il 41 bis, per me siamo tutti uguali”.
Chi è Alfredo Cospito
Cospito, lo ricordiamo, è il primo anarchico sottoposto a regime di 41 bis, misura disposta lo scorso maggio per quattro anni. Da ottobre 2022 l’uomo è in sciopero della fame e le sue condizioni di salute stanno peggiorando per sua stessa scelta. A dicembre il Tribunale di sorveglianza aveva respinto il reclamo avanzato dagli avvocati del terrorista contro il regime di carcere duro.
Secondo la Cassazione il reato di Cospito è grave: strage contro la sicurezza dello Stato. E la pena prevista è l’ergastolo ostativo, ovvero che non permette di godere di alcun beneficio. Lo stesso che è destinato ai mafiosi. Il tema, che è tornato a far discutere dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, è sempre più caldo. Ma si fa fatica a capire quale sia il metro di misura di una certa parte politica che sembra prendere spunto da riflessioni di orwelliana memoria: “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri“.