Ieri è stata la volta di Novak Djokovic. Roberto Burioni, il virologo estremista dei vaccini, lo ha insultato senza alcun ritegno. “Un cretino novax che vince le Olimpiadi non diventa una persona intelligente, ma un cretino olimpionico”, ha scritto su Twitter il medico che ha fondato la sua fortuna sul dramma del Covid. La grave colpa di Djokovic, secondo Burioni, è quella di aver deciso di non vaccinarsi. E da allora lo attacca ogni volta che lo ritiene opportuno. Come il peggiore degli haters. Per il tennista numero uno al mondo il virologo aveva persino profetizzato, qualche tempo fa, la fine della carriera a causa della scelta di non sottoporsi a vaccinazione. E invece ieri l’atleta serbo ha dimostrato di esserci come sempre. Più di sempre.
Qualche giorno fa, invece, sempre Burioni si era indignato e infastidito perché, a suo dire, oltre ad essere state “spiattellate” al mondo le condizioni cliniche di Matteo Messina Denaro, si era parlato anche del fatto che i carabinieri hanno rinvenuto del Viagra in uno dei suoi covi. La privacy di un mafioso pluriomicida, secondo Burioni, sarebbe da preservare come un fiorellino raro. A differenza, ovviamente, di quella di milioni di persone che, in piena coscienza, non volevano vaccinarsi durante la pandemia e dunque era giusto sottoporli a gogna mediatica sui social. Magari attraverso i profili di un virologo star come lui.
Dopo queste bizzarre (per usare un eufemismo) valutazioni del medico fondamentalista dei vaccini anti Covid, oggi è arrivata la ciliegina sulla torta. Insultando a modo suo chi non la pensa come lui, se ne è uscito con una grande perla grammaticale che ha fatto ridere tutta Italia: “Il plurale di ‘valigia’ è ‘valige’ e non ‘valigie’. Ma non ce n’è uno di voi che non sia stato bocciato alle elementari?”. Ovviamente su Twitter sono decine gli utenti che hanno risposto a Burioni postando quanto dice la Treccani: “In base alla regola empirica che si usa per il plurale dei nomi in -cia, -gia, -scia, la grafia corrente del plurale di valigia è valigie”.
Un tweet da scienziato, insomma. Uno scienziato sgrammaticato e che non riesce a vedere oltre le proprie convinzioni – e che si atteggia a star – ma pur sempre uno scienziato. Almeno sulla carta. Anche perché a quanto ha dimostrato se qualcuno doveva essere bocciato alle elementari era proprio lui.