Dopo il Milan eliminato dal Torino ai supplementari e con il vantaggio numerico, e l’Inter che supera il Parma solo ai tempi supplementari, la Coppa Italia riserva un’altra trappola a una big del calcio italiano. A farne le spese, questa volta, è il Napoli, squadra che domina la Serie A, ma che in coppa si è arreso alla Cremonese, ultima in campionato con ben 40 punti in meno (47 e 7, ndr).
Il diluvio che si è abbattuto sul Maradona ha reso perfettamente il mood da blue monday, con un giorno di ritardo, dei tifosi napoletani: tante le lacrime al termine della gara per una tifoseria sempre passionale e ormai anche poco abituata alla sconfitta. I primi segnali negativi erano arrivati già ad inizio gara: al 18′ l’insospettabile Pickel apre le marcature sfruttando una dormita della retroguardia partenopea. Il Napoli subisce il colpo e si sveglia: Juan Jesus e Simeone, nello spazio di 3 minuti l’uno dall’altro, ribaltano la gara.
Il pericolo sembra passato, il Napoli riprende in mano il pallino del gioco e sembra destinato alla vittoria. Eppure, la squadra del neo allenatore Ballardini, subentrato ad Alvini da appena due allenamenti, rifila una sorpresa a 3 minuti dalla fine: l’ex Roma Afena-Gyan incorna di testa il gol del 2-2 con il quale si va ai supplementari. Sulla maglia del Napoli c’è uno stampo con delle labbra rosse (un po’ tamarro, ma è contro la violenza di genere), in campo l’arbitro Maria Sole Ferrieri Caputi non ha bisogno di lanciare alcun messaggio per farsi rispettare e sventola senza remore il rosso a Sernicola per doppia ammonizione.
Simeone colpisce un palo-traversa pazzesco da pochi centimetri e la gara si decide ai calci di rigore. Tutti perfetti, tranne Lobotka, il giocatore più preciso e diligente della stagione del Napoli. In una serata storta succede anche questo. La Cremonese festeggia un trionfo che, chissà, potrebbe essere la giusta iniezione di fiducia per il prosieguo della stagione. Il Napoli è fuori, ma visto l’andazzo in campionato, se ne farà una ragione.