Dal Gambia a Reggio Calabria per curare la leucemia: la storia di Destiny e il miracolo del medici del C.T.M.O | INTERVISTA

Una bella storia di "buona sanità" da Reggio Calabria: il dramma dell'immigrazione, un intervento delicato, la professionalità dei medici del C.T.M.O reggino oltre ogni ostacolo 

  • Trapianto midollo osseo migrante Reggio Calabria
    Foto StrettoWeb
  • Ospedale Morelli Reggio Calabria
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Ospedale Morelli Reggio Calabria
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Reggio Calabria e sanità, un binomio sporcato da un’etichetta difficile da togliere: “mala”. Italianissimo, perché costante anche al di fuori della Calabria, seppur identico al corrispettivo dialettale che ci riporta nei nostri confini regionali e cittadini, “mala” è il prefisso che spesso risalta agli onori delle cronache associato al sistema sanitario reggino.

Un riferimento che rischia di far passare in secondo piano, se non oscurare completamente, il continuo e costante impegno dei medici che assume maggior valore proprio in situazioni di difficoltà. Oggi vogliamo raccontare una storia positiva, di “buonasanità”, accaduta presso il Centro Trapianti Midollo Osseo di Reggio Calabria, struttura d’eccellenza per l’intero Sud Italia, in grado di dare speranza a pazienti provenienti da tutta la Calabria e dalle vicine Sicilia, Basilicata, ma anche dall’estero.

Chi lavora in ospedale lo sa bene: si combatte ogni giorno per salvare una vita in più. Chi attraversa il mare, dall’Africa all’Italia, segue un principio simile: salvare la propria vita e quella dei propri cari. Il dramma dell’immigrazione, tristemente noto fra Calabria e Sicilia, si intreccia con la professionalità dei medici reggini. Un viaggio in condizioni disumane incontra l’umanità straordinaria vestita con il camice bianco.

È la storia di “Destiny” (per rispettarne la privacy usiamo un nome di fantasia che ci sembra particolarmente azzeccato) un ragazzo del Gambia, di 23 anni, arrivato in Italia su un barcone nel 2020. Dopo diverse peripezie che lo hanno portato in Puglia, in Francia e poi in Calabria, al ragazzo è stata diagnosticata una grave malattia per la quale necessitava un delicato intervento.

Il ragazzo aveva una grave malattia del sangue, una leucemia mieloide cronica in fase avanzata. L’unica possibilità di salvezza era il trapianto di midollo osseo. Purtroppo non riuscivamo subito a metterci in contatto con i familiari che stavano in un altro Paese. Inoltre l’etnia africana dava pochissime possibilità di trovare un donatore”, racconta ai microfoni di StrettoWeb il dottor Massimo Martino, direttore del Centro Trapianti Midollo Osseo di Reggio Calabria.

Serviva al più presto un donatore compatibile e si è indagato subito fra i familiari, residenti nel paese d’origine. Superati ostacoli burocratici, medici e barriere linguistiche, si è scoperto “che la sorella era pienamente compatibile con il paziente – racconta ai nostri microfoni il dottor Console, responsabile registro dei donatori di midollo osseo del C.T.M.O. reggino – ma purtroppo, facendo gli esami di eleggibilità, abbiamo riscontrato una grave patologia alla ragazza, della quale non era a conoscenza, che impediva la donazione”. La ragazza è stata presa in cura in Italia e le è stata salvata la vita.

Una vicenda dai risvolti delicati, nella quale l’aspetto umano ha giocato un ruolo fondamentale, come sottolinea il coordinatore infermieristico dott. Rossetti: “è stata una gara di solidarietà. Si trattava di un ragazzo completamente solo. Abbiamo sostituito l’aspetto familiare. Ci sono state difficoltà con la lingua, ma noi meridionali siamo molto bravi con la gestualità e con il nostro ‘saper fare’. Ringraziamo anche l’Ail per essersi presa cura del ragazzo”.

Il finale incredibile della storia di Destiny ve lo lasciamo raccontare direttamente dalla viva voce del dottor Martino, del dottor Console e del dottor Rossetti.

La leucemia, il viaggio dal Gambia all’Italia: la storia incredibile di Destiny e il miracolo dei medici del C.T.M.O | VIDEO

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