Fertilità e capacità di procreare: i consigli dell’esperto

Fertilità è capacità di riprodursi o di procreare: le parole dell'endocrinologo Domenico Tromba

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La fertilità è la capacità di riprodursi o di procreare. Negli esseri umani, la fertilità maschile e femminile differiscono per alcuni aspetti. Uno di questi è l’effetto dell’età, poiché gli anni riproduttivi di una donna sono limitati.  Ne abbiamo parlato con Domenico Tromba endocrinologo, consigliere dell’ordine dei medici di Reggio Calabria, segretario regionale AME (Associazione medici endocrinologi), membro cda Unime.

“Oltre al tempo, ci sono altri fattori che possono influenzare il raggiungimento della gravidanza, come le irregolarità del ciclo mestruale, le alterazioni della funzione delle ovaie o i fallimenti nella produzione di sperma. In alcuni studi è stato dimostrato che la qualità seminale può diminuire con l’età, poiché alcuni parametri come la concentrazione o la mobilità peggiorano. Tuttavia, questi cambiamenti nella fertilità maschile non sono così pronunciati come nel caso delle donne, e si può essere padre biologico anche dopo i 50 anni”.

“La fertilità di una donna -spiega il dott. Tromba- dipende principalmente dalla qualità dei suoi ovuli, così come dalla sua capacità di ovulare e di portare a termine correttamente la gravidanza. Il sistema riproduttivo di una donna funziona in modo molto diverso da quello di un uomo. Ciò significa che ci sono anche notevoli differenze nella fertilità di entrambi. Nel caso delle donne, dal momento in cui nascono, hanno già tutti gli ovuli che avranno per tutta la vita. In altre parole, il numero di ovuli di una donna è limitato e viene determinato alla nascita. Il periodo più fertile per le donne è quello intorno ai 20 anni. A partire dai 30 anni, la loro capacità riproduttiva diminuisce, e un declino più pronunciato si verifica a partire dai 35 anni. È al momento del tuo quarantesimo compleanno che la fertilità peggiora drasticamente, il che rende le probabilità di rimanere incinta naturalmente molto basse. La fertilità è un bene da tutelare e preservare sin dall’infanzia. Non tutti sanno che banali infezioni contratte in infanzia e giovane età, se trascurate, possono comportare conseguenze negative a lungo termine sulla fertilità. La salute riproduttiva può essere influenzata positivamente o negativamente da molteplici fattori -prosegue l’illustre endocrinologo- ad esempio l’età della paternità, i nutrienti, l’esercizio fisico, l’obesità, la caffeina, la temperatura scrotale, i vestiti, l’acqua calda, i telefoni cellulari,la tiroide. Le cause dell’infertilità sono numerose e di diversa natura.  Le cause più frequenti di infertilità, sia maschile che femminile, sono rappresentate dalle infezioni sessualmente trasmesse. Tra le donne sono aumentate alterazioni tubariche, malattie infiammatorie pelviche, fibromi uterini, endometriosi, alterazioni ormonali e ovulatorie, patologie tiroidee. Tra gli uomini sono aumentate, invece, le condizioni che alterano la produzione ormonale, riducono il testosterone e modificano la struttura e la funzione del testicolo, come varicocele, criptorchidismo, malformazioni genitali, infiammazioni testicolari, patologie prostatiche”. 

 “Il funzionamento eccessivo o ridotto della tiroide può influenzare la regolarità dell’ovulazione e ridurre la fertilità. Circa il 25% delle donne –afferma il dott. Tromba– soffre di disfunzione tiroidea nel corso della vita, un valore circa quattro volte superiore rispetto alla media maschile. La tiroide ha un ruolo importante anche nel concepimento, tanto che in alcuni casi può essere alla base di infertilità. Molti studi hanno confermato che in Italia le patologie tiroidee sono una delle prime cause di infertilità e di ritardo del concepimento. Gli ormoni tiroidei sono la triiodotironina (T3) e la tiroxina (T4): esse hanno la funzione di controllare il corretto sviluppo delle ovaie e degli ovociti. Le influenze dell’attività tiroidea sulla fertilità possono essere molteplici che dipendono dalle caratteristiche della patologia stessa. Nel caso di ipertiroidismo, per esempio, la ghiandola lavora più del dovuto e di conseguenza si possono verificare flussi mestruali più abbondanti e frequenti, senza tuttavia incidere sulla fertilità, anche se in questo caso esistono dati e opinioni contrastanti. Diverso è il caso dell’ipotiroidismo -evidenzia l’esperto endocrinologo- cioè quando la ghiandola ha una funzionalità ridotta rispetto alla normalità. In questo caso, è molto frequente che si verifichino cicli scarsi e irregolari: gli studi scientifici rivelano che circa nel 68% dei casi di ipotiroidismo il ciclo risulta alterato, contro un 12% di donne con funzione tiroidea normale”.

“Questo comporterebbe anche un’insufficienza o una totale assenza di ovulazione. Si è scoperto -dice il dott. Tromba-che le disfunzioni tiroidee, come la tiroidite, possono in alcuni casi influire sull’invecchiamento precoce delle ovaie e quindi provocare la menopausa anticipata. Sovente ciò si verifica in un quadro anamnestico che dimostra una ereditarietà: la tiroidite infatti, può essere una malattia ereditata geneticamente. Chi ha una storia familiare di questo tipo possiede maggiore rischio di andare incontro a disturbi di questo genere. Inoltre, se si riesce a raggiungere la gravidanza, bisogna tenere conto delle condizioni particolari di chi soffre di disturbi tiroidei. Durante la gravidanza, infatti, è la tiroide materna che dà al feto gli ormoni necessari per lo sviluppo del sistema nervoso, nell’attesa che si sviluppi la ghiandola tiroidea del bambino, intorno alla 13esima settimana. Se la tiroide materna non svolge correttamente il suo ruolo, anche il feto ne può risentire. Oggi l’infertilità riguarda circa il 15% delle coppie.  Una coppia che dopo un anno di rapporti regolari e non protetti non riesce a concepire è in genere considerata infertile. Non bisogna dimenticare, però, che una non trascurabile percentuale di coppie riesce ad avere un figlio dopo due anni di tentativi, per cui molti preferiscono parlare di infertilità dopo 24 mesi (secondo i criteri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS).  Quindi -conclude -per un buon concepimento  e per portare avanti bene la gravidanza è oggi molto importante rivolgersi al proprio medico ed eventualmente allo specialista”.

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