Frana ex SP Melia-Scilla, il racconto di un’imprenditrice: “costi, tempo, fatica, benzina… è un’odissea!”

Anastasia Carbone gestisce un lido a Scilla insieme alla sorella Natasha: l'imprenditrice reggina racconta i risvolti negativi avuti dalla frana dell'ex SP che collega Melia a Scilla sulla sua attività e sulla sua vita quotidiana

StrettoWeb

Il 10 dicembre del 2021 franava l’ex strada provinciale che collega Melia a Scilla, mentre nel giugno dello stesso anno un nubifragio aveva spazzato via la strada interpoderale delle Grotte di Tremusa, che collega la borgata ad una delle sue valli più fertili ed all’acquedotto SORICAL. Da oltre un anno i disagi causati da questi eventi sono ignorati dall’opinione pubblica all’infuori dei cittadini direttamente coinvolti.

Affinché si giunga ad una risoluzione, si è deciso di dare un volto ed una storia a tale disagio. Nell’intervista di oggi parlano le sorelle Anastasia e Natasha Carbone, imprenditrici meliote del lido “Acquarium” a Scilla.

Quando è franata la strada a dicembre il pensiero è andato all’estate e alle difficoltà inutili che con mia sorella avremmo dovuto affrontare – spiega Anastasia CarboneNoi lavoriamo in un lido a Scilla, un’attività di famiglia che siamo orgogliose di portare avanti da quando i nostri genitori non ci sono più. Coi guadagni dell’estate tiriamo poi avanti tutto l’anno. In questa stagione abbiamo dovuto affittare una casa a Scilla per potere lavorare, pagandola allo stesso prezzo dei turisti. Un salasso comunque più economico di quanto ci sarebbe costata l’odissea quotidiana fra Melia e Scilla in termini di fatica e benzina.

Tanti nostri compaesani lavorano come noi in lidi o locali durante l’estate, per molti è l’attività principale e questa strada interrotta ha complicato la vita di tutti. Chi non ha l’auto, con pullman e treni per andare da Melia a Villa San Giovanni e da lì a Scilla impiega tempi assurdi che scoraggerebbero e sfiancherebbero chiunque“.

Natasha durante l’intervista preparava i bagagli, perché d’inverno studia in Nord Italia. Con una triste ironia racconta che il viaggio sarebbe durato due giorni, un po’ come facevano i suoi nonni, perché da Melia ora per non perdere la coincidenza tra treno ed areo avrebbe dovuto dormire alla marina fin dalla sera prima, dopo avere portato a valle le valigie nel pomeriggio. Sua sorella Anastasia invece resta a Melia, aggiungendo pure questa strada alle difficoltà quotidiane di un entroterra che soffoca.

Un memorandum contenente questa intervista è stato depositato presso gli Uffici preposti al rilascio delle autorizzazioni indispensabili alla Città Metropolitana per l’affidamento dei lavori, per i quali sono già stati vincolati 598.554,44 euro. L’opinione pubblica presti attenzione a questi nostri concittadini, poiché a Melia il silenzio isola più delle frane.

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