La cantante vicentina Madame, uno delle illustri indagate tra quelle risultate recentemente con un vaccino falso e oggetto nelle ultime settimane di un maltrattamento massmediatico che disquisiva persino se, vista la pessima prova di civismo, avesse ancora il diritto di partecipare a questa o quella serata o finanche al prossimo Festival di Sanremo è infine uscita allo scoperto con una lunga dichiarazione.
Ed è una dichiarazione sconcertante. Una resa incondizionata con un mea culpa che si spinge a prostrarsi con la fronte fino al pavimento. Ha sbagliato, si legge in pratica, ma solo perché era circondata da gente sbagliata, sciocca, ignorante (e qui le offese tra le righe non risparmiano i suoi genitori) che a causa delle sue paure ingiustificate non le ha mai fatto capire il valore della vera scienza e della vera medicina. Ma lei adesso è stata colta da una improvvisa illuminazione, ha capito quanto sia stata stupida a cercare di nascondersi e ha cominciato subito a rimediare facendo ogni sorta di vaccinazione (sebbene, osserviamo noi, non risulta che nonostante la sua situazione il Covid le abbia fatto nulla) e fa intendere che non dubiterà mai più della sacra parola di chi ne sa più di noi poveri mentecatti e quei vaccini li ha ordinati solo perché si preoccupa del nostro bene.
Se dovessimo leggere quella dichiarazione con senso smaliziato, alla Guicciardini, saremmo portati a pensare che l’intrepida cantante la ha scritta per chetare questo fastidioso massacro della stampa e dell’opinione pubblica che da giorni la prendeva a schiaffi e, seguendo magari il consiglio di chi non vuole pregiudicarle la carriera per una sciocchezza simile (perché in questa repubblica da Grande Fratello le carriere artistiche non le decide tanto il talento che si mostra sul palco ma più che altro i capricci del gossip) ha scelto di trasformarsi da colpevole in vittima dando la colpa di tutto all’ignoranza e ai cattivi consiglieri, di chiedere umilmente scusa flagellandosi un po’ davanti alla pubblica opinione e di promettere che non lo farà più. L’uomo medio è frustrato e pieno di risentimento, ma è sempre disposto a perdonare chi dapprima ha avuto un coraggio che ha messo in luce le sue viltà ma poi torna con il capo incenerito a riconoscere che era lui quello dal lato giusto. E così la carriera è salvata, o addirittura migliorata con un tocco di redenzione da figliol prodigo e i festival e i contratti non si discutono più.
Questa è la nostra, ribadiamo affatto personale e opinabilissima, interpretazione del messaggio. Se così fosse alla simpatica cantante del vaccino non gliene fregherebbe nulla ma l’unica cosa a cui importa è una carriera agli esordi da portare avanti e, come si suol dire, Parigi val bene una messa. Il messaggio sarebbe moralmente squallido ma non ce la sentiamo di criticarlo poiché viviamo in una nazione altrettanto squallida e ci si deve adeguare al contesto: qui con la dignità non si fa nulla, mentre con l’ipocrisia qualcosa si ottiene sempre.
Resta comunque, al di là della motivazione di quelle misere righe, qualcosa di profondamente triste e che ci fa rabbrividire, ed è il senso di ritrattazione etica e di volontà di incanalamento alle direttive padronali che anima quel comunicato. Questo senso di pubblica abiura dell’errore odora di un mondo dittatoriale che vuole il pieno controllo del cittadino che dall’inquisizione alla cortina di ferro evoca oscuri ricordi. Gli ingredienti ci sono tutti: l’autoumiliazione, la pubblica confessione degli errori commessi a causa della propria ignoranza e l’esaltazione della correttezza dello Stato, il desiderio di volersi da adesso incamminare sulla retta via, la raccomandazione agli altri di non cadere nello stesso sbaglio. Si potrà dire, naturalmente, che si tratta di un gesto spontaneo e che non è stato fatto in una stazione di polizia davanti allo sguardo di un aguzzino, come avveniva nell’universo sovietico e cinese o in un tribunale spagnolo. Ma quanto sia “libera” non siamo in grado di dire, dopo giorni e giorni di massacro mediatico e minacce di chiusura di una carriera. Ammetti le tue colpe, e magari potrai rientrare a riprendere una vita tranquilla a tutti gli effetti.
Nei regimi i reati non sono solo di natura giuridica, ma anche morale, ed anzi sono questi i più pericolosi. Basati sul concetto di società da rifondare ex novo, la disobbedienza civile nei confronti dello Stato è uno dei reati che merita particolare attenzione, più ancora dei cosiddetti reati “comuni”, perché questo tipo di Stato non può tollerare chi contesta la sua autorità e non si dimostra obbediente alle direttive. Orbene, questa ritrattazione di Madame, che sia sincera o meno, vista in una certa prospettiva fa paura, proprio perché assomiglia a questa idea di persona che ha tentato di sfuggire ai soprusi dello Stato ma, scoperta, adesso si è genuflessa in un atto di pubblica abiura. Qui in Italia puoi commettere tantissimi reati, da furti a rapine, e continuare a passeggiare tranquillamente per strada senza neanche sfiorare l’odore di una cella. Ma l’obbedienza deve essere fuori discussione. Non ti si obbliga a ritrattare con la violenza, naturalmente. Ma se vuoi risalire su un palco devi meritarlo, altrimenti la prossima canzone la canterai mentre servi a qualche tavolo come cameriera. E per meritare, bisogna innanzitutto sapere obbedire, anche a costo di denunciare i tuoi genitori.