Un’intera in fibrillazione, il Palermo si giocava una chance pazzesca, quella di accedere ai preliminari di Champions League. Era il 2010, i rosanero schieravano Miccoli, Cavani e Pastore, il trio delle meraviglia in grado di incantare l’Italia intera. Era la penultima giornata del campionato di Serie A, la gara interna contro la Sampdoria mette in palio più di 3 punti, la classica partita che vale la stagione, in grado di scrivere la storia.
Una gara in cui tutti volevano essere presenti, tanto che i 35.872 spettatori sono, ancora oggi, il record dell’impianto palermitano. Fra di essi anche Matteo Messina Denaro. Al boss di Castelvetrano il calcio non è mai interessato granchè, nonostante quello fosse un evento unico nella storia al quale, come detto, tutti volevano prendere parte. Fu così che anche il super latitante si ritrovò, nascosto, fra i tifosi rosanero.
Ma non si trattava solo di sport. Secondo quanto confidato da un pentito ai Ros, secondo quanto riportato da ‘La Repubblica’, nel giorno di Palermo-Sampdoria si sarebbe svolta un’importante riunione fra alcune figure di spicco della mafia palermitana: al centro del meeting, la possibilità di una nuova frase stragista tra chi voleva un nuovo corso di Cosa Nostra e chi proponeva nuovi attentati in Sicilia. Dalle ricostruzioni, Matteo Messina Denaro si sarebbe opposto alla strategia delle bombe.
Fortunatamente, fuoco e fiamme ci furono solo in campo. Il Palermo andò vicino al successo, ma dovette accontentarsi di un pareggio. La Sampdoria di Cassano e Pazzini chiuse i conti la giornata successiva, battendo il Napoli, qualificandosi per i preliminari di Champions, poi persi contro il Werder Brema.