Giornata di lutto nel mondo del calcio. Questa notte si è infatti spento Carlo Tavecchio, ex Presidente della Figc. La sua carriera calcistica è strettamente legata, ahilui, alla disfatta Mondiale con Ventura contro la Svezia nel 2018. Tavecchio, però, si è ritagliato anche un pezzo di storia amaranto, indirettamente. Non la parte migliore, diciamo, anzi quella della fine. I fatti sono noti: dopo il doppio spareggio playout del 2015 contro il Messina , vinto, la Reggina stava per scomparire. Il Presidente Foti non aveva più la forza per proseguire ma era pronto a passare la mano, facendo di tutto per non disperdere il patrimonio sportivo proveniente dal Sant’Agata. E così aveva contattato Mimmo Praticò, pronto a prendere le redini del club, e il Sindaco Falcomatà, portandoli a Roma proprio da Tavecchio per trovare una soluzione last-minute e salvare il calcio a Reggio. Da quell’incontro sembravano essere emersi buoni propositi, tanto che si tornò in città con annunci da toni trionfalistici.
Nulla da fare. Qualche giorno dopo ci fu una telefonata tra Tavecchio e Falcomatà e da lì smisero di esserci le condizioni per proseguire. L’allora numero uno della Federazione svincolò tutti i giocatori, quella fu la parola fine sulla Reggina Calcio. Nei giorni successivi sia Foti che Falcomatà ammisero quella telefonata. Lo stesso fece Tavecchio, che parlò in esclusiva a StrettoWeb: “sono venute a mancare le circostanze che lui auspicava”, disse Tavecchio in riferimento a Falcomatà. Quella telefonata fece molto scalpore in città. Per Foti si sarebbe potuto forse fare di più, Falcomatà invece la interpretò come un normale avvertimento, per lui ormai non c’era più nulla da fare, nonostante la visita a Roma di qualche giorno prima facesse intendere tutt’altro. Tempi che furono, ormai. La Reggina nel frattempo ha cambiato tre proprietà, è in Serie B e lotta per la A. La morte di Tavecchio, però, riporta alla luce un episodio che, seppur triste, è a suo modo storico e segnante per il percorso ultracentenario amaranto.