Al via il 2 febbraio i festeggiamenti in onore di Sant’Agata a Cataforio e San Salvatore | INFO

Il programma di eventi e attività che dal 2 al 5 febbraio accompagnerà i cittadini

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Giorno 2 febbraio inizieranno a Cataforio e San Salvatore nell’antica città di Sant’Agata, i festeggiamenti religiosi in onore di Sant’Agata Vergine e martire della Sicilia del terzo secolo. I festeggiamenti avranno come fulcro la chiesa di San Giuseppe in Cataforio. A collaborare con la parrocchia guidata da don Giovanni Gattuso, l’Oratorio Sant’Agata, il Coro polifonico Chorus Christi, la Pro Loco San Salvatore della Vallata del Sant’Agata, i Gruppi Folk “Gli Agatini” e “La Ginestra”.

La festa del 5 febbraio sarà preceduta dal triduo che inizia giovedì prossimo. Alle 17.00 ci sarà la preghiera dei vespri in rito Bizantino Greco Cattolico e la catechesi, animati dal diacono birituale, Mario Casile.

Sabato 4, invece, alle ore 17.00 ci sarà la presentazione del volume “La parlata Santagatina” alla presenza dell’autore il professor Francesco Poto. L’incontro sarà moderato dal Professor Orlando Sorgonà e sarà aperto e chiuso dall’esibizione del Chorus Christi. Sabato sera dopo la Celebrazione Eucaristica il governatore ed i sindaci della città antica del Sant’Agata, in abiti settecenteschi, apriranno i festeggiamenti.

Domenica 5 febbraio alle ore 9.30 in Piazza Arghelle Borgo San Salvatore ci sarà la visita guidata tra i ruderi della città antica a cura della Pro Loco. La sera alle ore 18.00 l’Arcivescovo Metropolita Fortunato Morrone presiederà la Santa Messa solenne in onore della santa vergine e martire.

La storia di Agata si dipana fra Catania e Palermo, le due città che si contendono i natali della martire. Leggendo la sua “passio” pare si possa desumere che la fanciulla sia nata nel 235 alle falde dell’Etna, da una nobile e ricca famiglia. È ancora adolescente quando manifesta la volontà di consacrarsi a Dio, e con il rito della valatio riceve dal suo vescovo il flammeum, il velo rosso portato allora dalle vergini consacrate. Nel 250 l’editto dell’imperatore Decio contro i cristiani scatena una dura persecuzione e a Catania ad applicarlo duramente è lo spietato proconsole Quinziano, che si invaghisce di Agata.

La giovane fugge a Palermo, ma viene ritrovata e riportata a Catania. Condotta da Quinziano rifiuta di abiurare. Al suo secco rifiuto il proconsole la affidò per un mese alla cortigiana Afrodisia con lo scopo di corromperla. Fallito ogni tentativo di corruzione, Quinziano avviò un processo contro Agata. Condotta in carcere fu sottoposta a tortura che culminò con lo strappo di una mammella. Adirato Quinziano, la cui passione per Agata si era tramutata in odio, la fece porre nuda su cocci di vasi e carboni ardenti. Secondo la tradizione, mentre il fuoco bruciava le sue carni, non bruciava il velo di Sant’Agata che diventò da subito una delle reliquie più preziose.

Agata spirava Il 5 febbraio dell’anno 251 alla presenza di molti testimoni, nella sua cella pregando e ringraziando Dio di averle conservato la verginità. Il suo culto nasce già ad un anno dal suo martirio e si diffonde rapidamente ovunque. Le sue reliquie sono conservate a Catania nel duomo a lei dedicato.

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