Reddito di cittadinanza percepito indebitamente: poteva succedere ovunque e invece…

Come solo noi calabresi sappiamo fare, il parterre di gente che percepiva indebitamente il reddito di cittadanza è variegato: dagli stranieri, ai benestanti, alle mogli dei boss mafiosi

StrettoWeb

Ci risiamo. La Calabria finisce di nuovo a gamba tesa, e suo malgrado, nella polemica che da anni divide l’opinione pubblica, tra chi sostiene che il reddito di cittadinanza sia uno strumento sociale indispensabile e chi invece lo depreca. E’ assodato, pacifico ormai, che dal primo giorno della sua entrata in scena, il Rdc sia stato percepito da migliaia di italiani che, in verità, non avevano i requisiti per usufruirne. E sta proprio qui il fulcro della questione. Perché siamo tutti d’accordo che l’assistenzialismo e i sostegni per chi non percepisce reddito siano indispensabili in uno stato di diritto, ma è altrettanto vero che le cose vanno fatte bene. Altrimenti meglio lasciar perdere.

Accade che questa mattina ci svegliamo tutti, in Calabria e nel resto d’Italia, con la notizia del giorno (che fa passare in secondo piano anche quella dello smantellamento di una consorteria mafiosa): i militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Catanzaro hanno beccato ben 150 percettori di reddito di cittadinanza che non avevano i requisiti per percepire il sussidio. E come solo noi calabresi sappiamo fare, il parterre di gente che riceveva denaro dallo Stato, indebitamente, è quanto mai variegato e multiforme: stranieri in Italia da meno di dieci anni, persone con patrimoni che superano i centomila euro, mogli di boss della ‘ndrangheta, e anche un ragazzo che aveva fittiziamente ‘lasciato’ il nucleo familiare del benestante padre per poter prendere settecento euro al mese.

I titoli sui giornali nazionali, ovviamente, ci sono andati giù pesante. E i commenti degli utenti sui social non sono stati da meno. E allora che facciamo noi calabresi? Ci indignamo. E magari abbiamo pure ragione ad indignarci visto che quando si tratta di passare per fannulloni e parassiti il ‘nostro nome’ viene fuori come fosse quasi un obbligo. La verità, però, è che le falle nel sistema del reddito di cittadinanza sono evidenti a livello nazionale, e i furbetti sono ovunque, da Bolzano e Catania. Ovvio però che, in una regione fanalino di coda a livello economico e sociale come la Calabria, certe evidenze risultano più accentuate: il lavoro non c’è e le truffe di ogni genere dilagano.

E allora, a ben pensarci, serve a poco indignarsi. Siamo l’anello debole della catena e in quanto tale diventiamo capro espiatorio di ogni peccato o errore commesso dal governo nazionale. Nessuno ci salverà dalla gogna mediatica per molto tempo. Finché non saremo noi stessi a rimboccarci le maniche e a salvarci da soli.

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