Solito capello sbarazzino, sorrisetto da furbetto che “sa il fatto suo”, faccia da bravo ragazzo, di quelli che sembrano timidi ma che poi in campo si trasformano. Così si presenta il centrocampista della Reggina Giovanni Fabbian in conferenza all’interno della sala stampa “Nakamura” del centro sportivo Sant’Agata. E’ lui il grande protagonista del momento. In realtà lo è da sempre, cioè da quando è sbarcato sullo Stretto. L’esordio a Genova in Coppa Italia e poi subito i primi gol. Sabato la prima doppietta in amaranto, quella che lo ha consacrato eroe del Granillo. Sullo sfondo, però, per il giovane scuola Inter c’è un futuro radioso. E anche di questo ha parlato nel corso dell’incontro coi giornalisti. Prima, però, un passaggio su sabato: “i movimenti che faccio in area li provo giorno dopo giorno, sono giovane e cerco di acquisire più cose possibili mettendole in atto il sabato. La doppietta contro la Ternana è stata un’emozione bellissima, siamo tornati a vincere in casa. Contro la Spal ci abbiamo provato, non siamo riusciti a incidere, però l’importante è continuare così adesso. Dove migliorare? In diversi aspetti, anche nell’inserimento stesso. Da Inzaghi imparo più cose che posso, è stato un gran giocatore, cerco di vedere anche cose che faceva lui. Le prossime due trasferte? Siamo ancora a gennaio, in B ci sono mille imprevisti. La squadra? Io mi trovo bene con tutti, indipendentemente da chi gioca. Io prendo un po’ il meglio da tutti, sicuramente dai miei compagni di ruolo.
Poi si passa alla città, al futuro, agli obiettivi: “A Reggio mi trovo bene, è una città bella, mi sono ambientato sin da subito e sto bene qui. Per i giovani l’importante è giocare, mettersi in mostra, in silenzio”. E alla domanda su una permanenza a Reggio in caso di A, Fabbian non si scompone, mostrandosi diplomatico: “al momento penso al presente, a dare il massimo. A fine anno ci saranno le dovute valutazioni. La decisione di venire a Reggio l’ho presa con l’Inter e coi miei agenti, abbiamo cercato la soluzione migliore. Con mister Simone ci siamo salutati quando è venuto qua, scambiando qualche parola. Pierozzi sorpresa come me? E’ un gran giocatore, una grande persona, ha grandi potenzialità, può fare bene. E’ un piacere giocare in fascia con lui”.
Infine un cenno alla sua carriera, tra passato e futuro: “da piccolo ho iniziato nel San Domenico Savio, squadra del mio paese, poi nel Padova a 9 anni. Ho avuto sempre mio nonno al mio fianco, faceva il libero. Era l’unico figlio maschio in una famiglia di 8 fratelli e non ha potuto continuare nel calcio, perché impegnato nelle altre faccende calcistiche. A 15 anni poi sono passato all’Inter. Obiettivi nel lungo periodo? Il sogno di ogni bambino è giocare nel più alto livello possibile, poi si valuterà”.