Ha lasciato lo Stretto oltre 10 anni fa. Lo ha lasciato quando era un fiore all’occhiello, nei tempi d’oro della A e dell’era Foti. Oggi, Giuseppe Geria torna a gestire il settore giovanile della Reggina. Ieri sera l’ufficialità, oggi la presentazione proprio all’interno di quel centro sportivo che si spera possa essere nuovamente trampolino di lancio di tanti nuovi giovani e che allo stesso modo possa permettere alla società di auto-sostenersi, come accaduto per 30 anni. Al fianco di Geria, di fronte ai giornalisti, anche il patron Saladini e il Presidente Cardona. “Il mio intervento di stasera non era programmato, ma ci tenevo ad esserci per Geria e per dire che la società ha centrato un altro obiettivo. Il settore giovanile, come sapete, lo abbiamo portato all’attenzione, è con questo importante passaggio che do il mio benvenuto a lui”, ha esordito Saladini.
Gli fa eco il Presidente Cardona: “la società sta perseguendo tanti step. Storicamente, e nel mondo del calcio, una società deve avere un settore giovanile importante. Per la prima squadra avevamo detto che ci tenevamo che giocasse bene. Sul settore giovanile in breve tempo il nostro club dovrà essere tra i primi. E’ un obbligo imprenditoriale, verso il nostro territorio. Vogliamo essere un punto di riferimento sportivo e un modello. In questi incontri con Geria ci siamo ripetuti che cerchiamo calciatori, sì, ma la nostra società vuole mettere dentro uomini. Consentitemi di ringraziare di cuore, a nome della società, Gabriele Martino. 7 mesi fa avevamo la necessità di realizzare materialmente il settore giovanile e a lui abbiamo dato il compito di cominciare. Ringrazio anche il dottor Franco Iacopino. Lui per noi, in questo settore, è stato in questi mesi un punto di riferimento, con un lavoro di scouting. Iacopino, per via della sua lunghissima esperienza, ci ha guidato, dato indicazioni, fatto comprendere e aiutato a scegliere. La società ha voluto scegliere Geria non solo per il suo curriculum o per le sue competenze, ma anche per le sue qualità morali, umane e non da ultimo in quanto calabrese. Conoscendo già l’ambiente, lui riduce i tempi. Lui sarà l’unico responsabile del settore giovanile e risponderà di progetti importanti, lungimiranti. Con lui abbiamo parlato di un progetto vincente in Europa, quello che vede l’Athletic Bilbao tra i club più importanti. Al dottor Geria abbiamo dato delle indicazioni. Il contratto è pluriennale”.
Poi è il momento di Geria: “per prima cosa ringrazio la società e le persone qui accanto a me. La fiducia è motivazione che mi ha portato qui. Ho accettato di ritornare, oltre che per la simpatia, perché sono stati loro a far nascere questa scintilla. Facciamo questa esperienza provando a costriure una comunità unita: tecnici, genitori, ragazzi, dirigenti e anche la prima squadra. Questa comunità deve diventare unita. Sel-for-gest, selezione, formazione e gestione. Non si fa nulla da solo, ma tutti insieme proveremo a portare un’attitudine a diventare professionisti, provando a portare più giocatori possibili in prima squadra. Il contratto è di quattro anni, fino al 2026, il tempo giusto per intervenire sul settore giovanile. Oltre che visione ci sarà una mentalità che porterò io, un nuovo pensiero, delle nuove linee guida, fornire aiuto a tutte le figure tecniche. Partiamo dai valori, dal formare dei ragazzi che abbiano dei lavori. Il calciatore sta evolvendo sempre di più, l’auto-gestione del calciatore va verso valutazioni più complete della persona”.
Poi, con le lacrime agli occhi, Geria ricorda Massimo Bandiera. E alla domanda su ciò che si possa emulare della Reggina di Foti? “Andare ad emulare o ricordare il passato non si può. E’ cambiato il mondo e il calcio. Le nuove generazioni sono molto diverse. Anch’io torno cambiato, nel rapporto e nelle esperienze. Non possiamo emulare ma vorremmo evolverci e stare al passo coi tempi. Serve anche potenziare la struttura a livello tecnico e di scouting. Qui non c’è una sfida contro nessuno. Nei ragazzi non è importante il modulo, Barcellona ed Ajax sono attrattivi perché tutti vanno da loro, sono grandi poli. Il ragazzo non deve essere ingabbiato in un modulo perché il calcio oggi è imprevedibile. Noi dobbiamo perseguire un miglioramento, non dobbiamo fare numeri, quelli spettano alla prima squadra”. E Cardona ribadisce: “noi vogliamo fare qualcosa di diverso, il settore giovanile è cambiato rispetto a 18 anni fa. Guardiamo al passato con rispetto, ma ci definiamo neofiti, siamo una società nuova, non vogliamo guardare al passato ma guardiamo al futuro”.
Poi chiude Geria: “il numero delle società nel territorio è diminuito. Il giovane oggi ha altre attrattive. Però in questo territorio molte squadre del nord vengono a pescare. Negli anni è mancata una guida importante, un riferimento. La storia ci dice che spesso il ragazzo meno pronto poi ha uno sviluppo futuro che poi sorprende tutti. Noi diamo tanta considerazione a tutti e cercare di far uscire quel talento. Non consideriamo talento solo chi è bravo con la palla”.