“Da alcuni mesi in diverse e ampie aree della città risulta che l’acqua non sia potabile. Precisamente il 15 novembre un’ordinanza sindacale vietava l’uso dell’acqua per scopi potabili e per il consumo umano per l’area servita dal serbatoio comunale di Pietrastorta e un’altra ordinanza del 16 dicembre vietava l’uso per scopi potabili per l’area servita dal serbatoio comunale di Vinco in località Castagneto. Parliamo complessivamente di decine di migliaia di persone che, ad oggi, non possono utilizzare l’acqua per i più comuni usi domestici. Da due mesi per i cittadini interessati dall’ordinanza di novembre e da un mese per quelli interessati dall’ordinanza di dicembre. In entrambi i casi servirebbe una nuova comunicazione che chiarisca lo stato dell’arte dei lavori di ripristino e le tempistiche previste. Non è da poco dover sostenere le spese per acquistare l’acqua minerale anche per cucinare ogni giorno. Poiché ad oggi nessuna delle due ordinanze è stata revocata, si ritiene che siano ancora in corso le attività per risolvere questa problematica di ordine igienico-sanitario. Certamente è necessario, considerato il valore fondamentale dell’acqua per la salute, che ogni aspetto sia valutato con il massimo dell’attenzione e della cura, ma è altrettanto necessario che la cittadinanza interessata sia informata sulle condizioni attuali”. E’ quanto si legge in una nota de La Strada relativamente alla non potabilità dell’acqua in alcune zone di Reggio Calabria.
“Per il gruppo La Strada il consigliere Saverio Pazzano – prosegue la nota – ha posto al Sindaco un’interrogazione a risposta scritta, in modo che nel più breve tempo possibile si possa avere chiarezza sui lavori in corso e sulle tempistiche previste per il ripristino della potabilità dell’acqua. Inoltre, il consigliere ha ricordato che l’area interessata dall’ordinanza di novembre – e cioè quella servita dal serbatoio di Pietrastorta – era già stata interessata, quasi esattamente due anni fa e precisamente nell’ottobre 2020, da un’ordinanza dello stesso tenore. E cioè, a distanza di due anni per lo stesso serbatoio e per la stessa area si era vietato l’uso dell’acqua per il consumo umano. Ecco perché La Strada ha chiesto un approfondimento: possono esistere problematiche ricorrenti su quel serbatoio che pregiudichino le condizioni dell’acqua? Una domanda che è necessario porsi perché ogni aspetto per la salute pubblica sia analizzato con la massima attenzione”, si chiude la nota.