Quella dei monopattini elettrici, istituiti da qualche mese anche a Reggio Calabria, è un’innovazione piacevole, attesa e probabilmente pure necessaria, nell’ottica di un centro città che dovrebbe essere sempre più a misura d’uomo e sempre meno a misura di auto. Ciononostante, alle novità la popolazione va educata, supportata, con le regole, coi controlli ed eventualmente anche con le sanzioni. Tra le regole, ad esempio, spicca quella in cui sarebbe vietato percorrere il tratto della Via Marina, considerato marciapiede vero e proprio. E sui marciapiedi non è possibile transitare, ma soltanto rilevare i mezzi a due ruote dalle loro aree di parcheggio (ce ne sono due alla stazione Lido e uno accanto la stele dedicata a Ciccio Franco) e condurli a mano fino alla strada carrabile, quella asfaltata su cui transitano le automobili, come scritto qualche mese fa sul vadevecum di StrettoWeb. Sulla parte bassa del Lungomare, quella adiacente Lidi, Arena e spiagge, è invece possibile transitare, ma ad una velocità massima di 6 km/h, perché si tratta di isola pedonale (a meno che non si transiti esattamente sulla pista ciclabile, dove si possono raggiungere i 20km/h).
Sul Lungomare Falcomatà, però, quotidianamente vediamo tutt’altro. I monopattini sono numerosi, parcheggiati o in transito, e anche ad alta velocità, disturbando e irritando chi sta passeggiando in tranquillità, spaventato dalla folta presenza dei mezzi che sfrecciano da tutti i lati. Sono quegli stessi cittadini che, da più tempo, provano ad evidenziare il problema, un problema che da qualche anno riguarda anche le bici elettriche sul Corso e che per un certo periodo ha visto anche fioccare controlli e multe. Ribadiamo, dunque: ben vengano bici elettriche, monopattini e innovazioni di qualsiasi tipo. Anzi, sappiamo come questa città sia indietro sotto tanti punti di vista e necessiti di operazioni di questo tipo. Di pari passo, però, in una società civile e sicura, alle innovazioni devono seguire controlli, anche maggiori. Il cittadino va educato e sappiamo bene che in tanti altri ambiti, qui sullo Stretto, vige l’anarchia totale.