L’Arisme Agenzia del comune di Messina, si occupa di risanamento e di riqualificazione, voluta dall’ex sindaco di Messina Cateno De Luca, ha consegnato circa 300 alloggi; ancora da sistemare oltre 2 mila famiglia anche se, attualmente, non ci sono case a disposizione. Il Presidente Vincenzo La Cava dichiara di “non conoscere quali sono i nuclei familiari che occupano gli immobili già consegnati e, qual è la loro situazione in ordine al pagamento del canone di locazione e delle diverse utenze”. Informa che “ha scritto alla sezione della Polizia Municipale settore abitativo che si occupa, con grandi difficoltà, considerato il numero esiguo di personale a disposizione, proprio di verificare le situazioni abitative, affinché proceda ad effettuare un censimento dettagliato”. Il risanamento sembra ormai diventato una questione esclusivamente politica considerato che, con il Decreto mille proroghe dello scorso dicembre, il Governo ha nominato commissario per il risanamento il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani atteso che, il mandato del Prefetto Cosima Di Stani era scaduto il 31 dicembre 2022. La questione più strana e, riteniamo imbarazzante, riguarda il fatto che il Commissario può nominare un Vice Commissario e sette componenti. Naturalmente sorge spontanea la domanda: questi incarichi saranno a titolo gratuito? In caso contrario, chi dovrà provvedere a pagare le spettanze? Forse sarebbe stato più logico e burocraticamente meno complicato, assegnare i fondi del risanamento all’Arisme, quale soggetto costituito proprio per svolgere questi compiti, affiancandogli il Prefetto ma, le evidenti “gelosie” tra alcuni esponenti della “politica messinese”, sta portando ad una gestione appesantita ed economicamente onerosa. In questo momento sembra che la dignità di tanti aventi diritto, sia stata messa sotto le scarpe da una classe politica poco trasparente. Quello che abbiamo visto girando per le baracche ancora in piedi, sfiora la decenza; livelli di vivibilità inesistenti e, rischio trasmissione scorie di amianto altissimo, con grave nocumento per la salute delle persone.
Purtroppo, la questione del risanamento è sempre viva a Messina considerato che, subito dopo il terremoto, le baracche sono state una parte integrante del tessuto sociale della città, sorte a ridosso dei torrenti e con nuclei familiari, perfettamente integrati nella vita della comunità messinese. Ora, vedere radere al suolo tante zone dove erano allocate una infinità di baracche, esempio di degrado e indifferenza, aveva indotto ad una fiducia, sempre controllata, nei confronti dei parlamentari che, finalmente, avevano deciso da far finire questo scempio. L’ultimo censimento affidabile che riguarda la popolazione avente diritto ad una abitazione, è quello redatto nel 2002 poi, successivamente integrato nel 2018; risultavano circa duemiladuecento famiglie da sistemare in alloggi dignitosi. Purtroppo, nonostante gli sforzi compiuti dall’ex commissario il Prefetto Cosima Di Stani che, nelle scorse settimane, ha consegnato simbolicamente 13 alloggi ad Arisme, trovare immobili sfitti a Messina è un problema. Eppure, risulta siano presenti oltre 30 mila case non abitate ma, secondo il Presidente Arisme Vincenzo La Cava, “occorrerebbero tanti di quei soldi per renderli abitabili che, “il gioco non vale la candela”. Arisme ha da poco cambiato il C.d.A, vista la discussa gestione del precedente consiglio che, con assoluta nonchalance, aveva provveduto ad aumentarsi l’indennità senza tenere conto dello scopo e della finalità che certi incarichi dovrebbero avere; C.d.A ovviamente immediatamente rimosso dal Sindaco Basile.
La Cava, Martello e Currò, da poco nominati, sono al lavoro per fare chiarezza e dare risposte all’emergenza abitativa anche se questo specifico compito spetta al Comune di Messina; esiste un regolamento che prevede, solo per casi particolari, da valutare di volta in volta, la possibilità, al di là della graduatoria, di assegnare alloggi a persone che si trovano in particolari condizioni. In ogni caso, prosegue La Cava, Arisme, “al momento, non ha case da poter assegnare e, dal giorno dell’insediamento del nuovo C.d.A., nessun alloggio in deroga è stato consegnato. Per quanto riguarda il caso della signora Santina Parisi, il Tar in prima grado, ha rigettato il ricorso presentato dando ragione all’Amministrazione Comunale. Successivamente, il CGA ha ritenuto opportuno chiede al Comune di Messina, di chiarire le procedure adottate per assegnare in deroga alcuni alloggi, escludendo altri richiedenti”. La Cava ci tiene a sottolineare che “coloro che ricevono un alloggio debbono sapere che come è un loro diritto avere una casa, alla stessa maniera è un loro dovere pagare il canone e le relative utenze. Chi è in regola può rimanere nell’alloggio chi invece non lo è, deve essere mandato via”. Una presidenza ed un consiglio Arisme che non vuol fare sconti a nessuno ma, chiede collaborazione e rispetto da parte di tutti i soggetti affinché i procedimenti vengano fatti in maniera trasparente e dando priorità a chi veramente diritto.