Cospito, il legale: “lo Stato deve fare di tutto per salvargli la vita”. E il PD attacca Meloni

Le parole del l’Avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore di Cospito, in sciopero della fame da 108 giorni per protestare contro il 41 bis

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“Non ho notizie su un eventuale ricovero in ospedale di Alfredo Cospito, che comunque in caso di un aggravamento dei parametri sarebbe verosimile. Era uno dei motivi per cui avevo chiesto il suo trasferimento dal carcere di Bancali di Sassari”. Lo spiega all’Adnkronos l’Avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore di Cospito, in sciopero della fame da 108 giorni per protestare contro il 41 bis. “Si tratterebbe di un atto dovuto – ha detto il legale – perché è un detenuto nelle mani dello Stato e lo Stato deve fare tutto per salvargli la vita”.

Caso Cospito, il PD attacca Meloni

Sulla vicenda è intervenuto anche il PD, attraverso la nota congiunta di Letta, Malpezzi e Serracchiani“Dopo giorni di attesa sono arrivate le parole dell’onorevole Giorgia Melonisi legge – Pensavamo che fossero le parole di un presidente del Consiglio preoccupato di comporre l’unità e la coesione del Paese in un momento di forte tensione. Abbiamo, purtroppo, letto le parole di un capo partito che difende i suoi oltre l’indifendibile e, per farlo, rilancia polemiche strumentali e livorose contro l’opposizione. Una lettera che riattizza il fuoco invece di spegnerlo. Riteniamo davvero molto grave – aggiungono – che la presidente del Consiglio non consideri la diffusione di documenti dichiarati dal Dap non divulgabili come una ragione per le dimissioni del sottosegretario alla Giustizia, Delmastro. E riteniamo altrettanto grave che non senta il dovere di prendere le distanze dall’uso diffamatorio verso il Partito democratico che il coordinatore del suo partito, nonché vicepresidente del Copasir, Donzelli, ha fatto di quelle notizie riservate”.

“Le affermazioni della presidente Meloni sulla necessità di comportamenti responsabili – sottolineano i vertici dem – ci inducono a ricordarle che il Pd ha nel suo dna la tutela della libertà, della democrazia, delle istituzioni repubblicane, dello Stato di diritto ed è e sarà sempre un costruttore di unità e coesione nazionale. Su questo terreno, presidente Meloni, ci troverà sempre tutti uniti. Non è pertanto a noi che l’appello va rivolto ma a Fdi, di cui lei è leader e presidente, che ha infranto con accuse diffamanti e calunniose questa unità politica proprio in uno dei momenti parlamentari più importanti, il voto per l’istituzione della commissione Antimafia”. “Ricordi che a parlare per noi – aggiungono – sono la nostra storia, la linearità dei nostri comportamenti e i tanti caduti del nostro campo, vittime della nostra intransigenza nei confronti del terrorismo. La stessa fermezza che teniamo oggi verso tentativi di sovvertimento dell’ordine costituito che non ci vedono e non ci vedranno mai ambigui”.

Caso Cospito, il pensiero di Giuseppe Conte: “accogliamo appello Meloni, ma imponga ai suoi fedelissimi di dimettersi”

“Questo appello” del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, “lo raccogliamo in toto, con tutto il Movimento 5 Stelle in tutte le sue componenti. Assolutamente siamo d’accordissimo, ci deve essere l’unità nazionale contro le intimidazioni e le minacce eversive dei giorni scorsi, delle settimane scorse e di queste ore. E così dovrà essere nelle prossime settimane, questo appello della Meloni lo raccogliamo, abbiamo una grande sensibilità istituzionale e abbiamo a cuore gli interessi di tutti i cittadini”. E’ quanto ha invece detto Giuseppe Conte, parlando con i giornalisti in occasione di una manifestazione elettorale nel Lazio.

“Però Meloni – aggiunge – deve dimostrare di non essere leader di partito ma di aver capito di sedere nella posizione di presidente del Consiglio e deve tutelare gli interessi di tutti i cittadini alla sicurezza e la lealtà con le Istituzioni. Deve imporre a due suoi fedelissimi del partito Fratelli d’Italia di dimettersi, perché quelle due persone hanno sbagliato, hanno raccolto informazioni sensibili e non erano divulgabili, le hanno utilizzate per aggredire una forza di opposizione, per fini di mera lotta politica, un abuso, un uso assolutamente distorto di informazioni riservate per fini di lotta politica”.

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