Da Cristo a Cospito tra digiuno e Quaresima: quando il martirio diventa scelta (inutile)

Cospito si toglie la vita un passo alla volta facendosi passare per martire, ma la verità è che fa i capricci perché la punizione che gli è stata data non gli piace

StrettoWeb

E’ cominciata ieri la Quaresima. Il lungo cammino di quaranta giorni che nella liturgia cattolica rappresenta il periodo di penitenza in preparazione della Pasqua prende il via dal mercoledì delle Ceneri e prosegue fino al Sabato Santo. Si tratta di uno dei periodi più simbolici per i cattolici. Oltre a rappresentare il culmine delle festività cristiane, ricorda i quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto dopo il suo battesimo nel Giordano e prima del suo ministero pubblico. Questo periodo termina con la Pasqua, ovvero il ricordo del martirio che Gesù Cristo. Un martirio messo in atto per impedire a colui che diceva essere Figlio di Dio di continuare a professare la parola del Padre.

Un momento, che si sia credenti o meno, che ha segnato per sempre la Storia e il destino dell’umanità.
Ma ci sono martiri e martiri. Perché al giorno d’oggi, soprattutto nel mondo occidentale, i martiri spesso si autoflagellano in nome di un principio, di una fede, di un valore, che nella maggior parte dei casi interessa solo al martire stesso e ad uno sparuto numero di suoi seguaci/adepti/compari. Il pensiero in tal senso va ad Alfredo Cospito, l’anarchico che da mesi si sta battendo contro il 41 bis, ovvero il regime carcerario al quale lui stesso è detenuto. Insomma: si batte perché non vuole stare al 41 bis. E per legittimare questa sua scelta facendola passare per cosa e buona e giusta per il resto dell’umanità, la sbandiera come fosse una questione di principio, spalleggiando i mafiosi che stanno scontando le loro pena con la medesima modalità, ovvero quella destinata a chi è accusato di associazione mafiosa.

E cosa fa Cospito per lottare in tal senso? Digiuna. Si toglie la vita un passo alla volta. Insomma, fa i capricci perché la punizione che gli è stata data non gli piace. Peccato che a tutto questo non ci abbia pensato prima di commettere i reati di cui si è macchiato. Ad aver gambizzato a Genova, il 7 maggio 2012, il dirigente di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, non è stato forse lui? E ha piazzare le bombe davanti all’ex caserma degli allievi dei Carabinieri di Fossano facendole poi esplodere il 2 giugno 2006 non è stato sempre lui? Certo che sì, visto che è stato condannato proprio per questo. E allora poco si spiega questo suo battere i piedi e frignare per la pena che gli è stata comminata.

Cospito, il caso giudiziario

Cospito, ricoverato qualche giorno fa a causa della sue condizioni di salute per via del digiuno che portava avanti da mesi – ovvero, guarda caso, dall’insediamento del governo Meloni – ha deciso che domani riprenderà a digiunare se non gli verrà tolto il 41 bis. Domani, venerdì 24 febbario, è infatti un giorno cruciale, con la Cassazione messa davanti a tre possibili scelte rispetto alla richiesta della difesa di revocare il 41 bis all’anarco-insurrezionalista. Si discuterà il ricorso dell’avvocato Flavio Rossi Albertini contro il verdetto del Tribunale di Sorveglianza di Roma che nel dicembre del 2022 confermò la decisione ministeriale del 41 bis. Gli ‘ermellini’, che hanno anticipato per due volte la data dell’udienza viste le condizioni di salute precarie del recluso, potrebbero accogliere il ricorso, e quindi a Cospito verrebbe tolto il regime ‘speciale’; annullare con rinvio, cioè rimandare gli atti alla Sorveglianza per una nuova valutazione, l’ipotesi più probabile anche perchè a chiederla è stato il procuratore generale Pietro Gaeta; respingerla. La decisione potrebbe arrivare già nella serata di domani.

La vicenda giudiziaria di Cospito è però intricata. Come precisato dalla Procura Generale di Torino, il 41 bis che gli è stato commincato non c’entra nulla né con la condanna definitiva a 10 anni e otto mesi per la gambizzazione di Adinolfi, né con la richiesta di ergastolo ostativo per l’attentato alla scuola allievi carabinieri. Il 41 bis per Cospito è una misura dovuta al fatto che il detenuto è ritenuto particolarmente pericoloso per alcuni reati gravi, tra cui il terrorismo, e in grado di mantenere collegamenti con associazioni mafiose o eversive. E’ una misura ampiamente prevista dall’ordinamenteo penitenziario. Dopo che il ministro Carlo Nordio ha ribadito il 41 bis l’avvocato Rossi Albertini ha presentato un ricorso alla Sorveglianza. La Corte d’Assise d’Appello di Torino, chiamata a valutare le responsabilità di Alfredo Cospito e della compagna Anna Beniamino per l’attentato di Fossano, ha sollevato nei mesi scorsi una questione di legittimità costituzionale sulla legge ex Cirielli secondo la quale al recidivo pluriaggravato, come Cospito, non possono essere applicate le attenuanti generiche superiori alle aggravanti. Un tema molto tecnico ma dagli effetti importanti perché se la Consulta dovesse dichiarare incostituzionale la parte della legge impugnata Cospito eviterebbe l’ergastolo ostativo per ‘strage politica’.

Per le bombe alla scuola allievi, Cospito era stata condannato a 20 anni in primo grado per ‘associazione con finalità di terrorismo‘, poi la Cassazione ha riqualificato il reato in ‘strage politica‘ e la Procura Generale, seguendo l’indicazione, ha chiesto l’ergastolo ostativo.

Il digiuno e la quaresima

Tutto ancora da vedere, dunque. Ma intanto l’anarco-insurrezionalista minaccia nuovamente il digiuno rischiando così di lasciarsi morire da martire. Un martire che si martirizza però solo per sé stesso. A spalleggiarlo, ovviamente, ci sono tutti i gruppi anarchici, italiani e non, che da settimane stanno scendendo in piazza per dare sostegno al terrorista Cospito.

Ieri, dicevamo, è iniziata la Quaresima. Sarebbe dunque bene che, cattolici o meno, molti iniziassero a digiunare dall’ipocrisia del “i terroristi non sono tutti uguali”, tipica di una certa parte politica. Cospito non è un innocente, innocenti dei quali le carceri italiawi, putroppo, sono piene. Loro, semmai, dovrebbero digiunare. E invece aspettano con pazienza che la giustizia, seppur lenta e non efficiente, faccia il proprio corso. Perché a frignare dopo che le nostre cattive azioni vengono scoperte e punite, come fa Cospito, siamo bravi tutti.

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