Elezioni Regionali in Lazio e Lombardia: la verità del popolo sul Covid imbarazza gli analisti

Elezioni, il risultato sul Covid capovolge le convinzioni degli "esperti" del main stream

StrettoWeb

Il Paese del surreale. Questo è diventato l’Italia, in una società in cui certi politici e giornalisti vivono in una bolla così lontana dalla realtà che poi, quando la realtà si palesa in quelle poche occasioni utili (le elezioni, ad esempio), li vedi sbarellare di brutto. Mai, però, a mettere in discussione le proprie convinzioni. Anche di fronte all’evidenza. Eppure nella storia ripetere all’infinito una cosa falsa non l’ha mai trasformata in realtà.

E’ quello che sta succedendo in questi giorni dopo i risultati delle elezioni regionali nel Lazio e in Lombardia. Da Rai1 a La7, è un tripudio di retorica. Giornalisti allibiti si chiedono cause e motivi del voto degli italiani compiendo le più disparate giravolte pur di non mettere in discussione le proprie convinzioni. “Com’è possibile – dicono, ad esempio – che la destra abbia stravinto nella Regione più colpita dal Covid, mentre nel Lazio hanno perso i più bravi nella campagna vaccinale e nel contenimento del virus?“. Come se fosse vero che nel Lazio sono stati più bravi o invece che non lo siano stati in Lombardia. Di certo i cittadini non la pensano così, ma andiamo con ordine.

Le idiozie sull’affluenza alle urne

Le più grandi idiozie sono quelle che rimbalzano da tre giorni sull’affluenza alle urne. Che è stata bassa, certo: si è recato al voto appena il 42% degli elettori in Lombardia e il 37% nel Lazio. Ma anche qui, c’è poco da fare retorica: il motivo è uno e uno soltanto. Ed è molto più semplice delle paranoie di opinionisti televisivi: l’affluenza è stata così bassa perchè il risultato elettorale era scontato. Gli elettori di sinistra sapevano che era inutile andare a votare perchè in ogni caso non avrebbero mai potuto vincere. Gli elettori di destra erano poco motivati ad andare a votare perchè in ogni caso sapevano che avrebbero certamente vinto. Questo è l’unico motivo per cui tantissima gente, tanto di destra quanto di sinistra, non è andata a votare. Invece ogni sera in TV dobbiamo sorbirci le più disparate teorie degli opinionisti secondo cui la vittoria della destra sarebbe “effimera“, o “dimezzata“, o “non reale“, perchè avrebbero vinto quelli che non sono andati a votare. Peccato, però, che la democrazia non prevede che in questi casi si prenda un astenuto e lo si incoroni presidente. Basterebbe ricordare che Bonaccini, lanciatissimo verso la guida del Partito Democratico, è stato eletto Presidente dell’Emilia Romagna per la prima volta alle elezioni regionali del 2014 con un’affluenza alle urne del 37%, identica a quella di questo weekend nel Lazio. E in quel caso ha ottenuto il 49% delle preferenze dei votanti, quindi ben meno voti della destra di oggi nel Lazio e in Lombardia. Eppure nessuno ha messo in discussione o sminuito la sua vittoria, che invede la sinistra celebrava come il “successo del buon governo regionale“: anche in quel caso il risultato era già scritto, e gli elettori non avevano una grande motivazione di andare a votare. Un po’ come alle politiche di quattro mesi fa. Invece il boom di affluenza alle urne si è sempre registrato quando la sfida era aperta e combattuta: l’Italia ha vissuto per decenni oltre il 90% di affluenza durante la Prima Repubblica un po’ per il grande interesse della società nei confronti della politica, oggi ahinoi perduto in tutta la società occidentale, ma soprattutto perchè il risultato elettorale era combattutissimo ad ogni tornata. La vittoria si decideva per pochissimi voti. Basta guardare i dati sullo scarto tra i candidati di ogni elezione, italiana e internazionale, e confrontarlo con l’affluenza alle urne: più sono vicini i competitor, più è combattuta la sfida, e più sarà alta l’affluenza. Più invece è scontato il risultato, più grande è la distanza tra i candidati, e meno alta sarà l’affluenza. E’ sempre stato così nella storia e sempre sarà così in futuro. Nel Lazio e in Lombardia molta gente non è andata a votare semplicemente perchè il risultato era scontato e quindi gli elettori non erano motivati, da ambo le parti. E la verità, quindi, è molto più semplice e banale delle arrampicate degli specchi che sentiamo ora dopo ora da lunedì pomeriggio.

Le fandonie sul significato politico del voto locale

Altre fandonie esorbitanti sono quelle legate al significato politico del voto. La destra avrebbe vinto per “l’onda lunga” delle politiche (?!?), la sinistra avrebbe perso perchè divisa (!!!), il voto premierebbe il governo Meloni (!!!). Bah! Certo che ce ne vuole di coraggio… Quando mai c’è stata una “onda lunga” in base ai risultati elettorali? La politica è mica diventata uno tsunami? Il dato matematico delle urne ci ha consegnato una destra che in Lombardia ha ottenuto il 55% e nel Lazio il 54%: in base a quale aritmetica, quindi, un’eventuale sinistra tutta unita, avrebbe potuto vincere le elezioni se in ogni caso tutti gli avversari della destra, pur volendoli sommare, si sono fermati al 45% in Lombardia e al 46% nel Lazio? Oltre al fatto che ovviamente se fossero stati uniti, non avrebbero preso i voti di chi invece li ha votati soltanto perchè separati (chi vota Calenda con Moratti probabilmente non voterà mai una coalizione con Pd e Movimento 5 Stelle, chi vota M5S a sua volta non voterebbe mai Calenda, Renzi e Moratti!). Che c’entra, infine, il Governo con questo voto locale? Il giudizio sul governo Meloni gli elettori lo daranno alle elezioni politiche del 2028 perchè il governo ha mandato per governare cinque anni e qualsiasi giudizio intermedio non può che essere parziale. L’unica verità, sul significato del voto, è quella locale. In Lombardia la destra ha sempre vinto le elezioni e governa ininterrottamente da quando sono nate le Regioni. E la destra vince in Lombardia perchè evidentemente viene considerata in linea con le aspettative di governo del popolo; evidentemente governa bene (è la Regione più ricca, evoluta e sviluppata d’Italia), e questo viene apprezzato dagli elettori. Nel Lazio, invece, vige il più naturale meccanismo di alternanza democratica: oggi ha vinto la destra perchè prima c’era la sinistra che con Zingaretti ha enormemente deluso, dopo che a sua volta aveva deluso Polverini che aveva vinto per la destra nel 2010 dopo le delusioni di Marrazzo che invece aveva vinto per la sinistra nel 2005, dopo le delusioni di Storace che invece aveva vinto per la destra nel 2000. Dopoutto oggi quasi tutte le Regioni d’Italia sono governate dalla destra, eppure nel 2015 erano quasi tutte governate dalla sinistra, e prima ancora nel 2010 dalla destra, e nel 2005 dalla sinistra, e nel 2000 dalla destra e così via. Possiamo prevedere che tra cinque anni saranno quasi tutte governate dalla sinistra: non è una profezia, si chiama semplicemente democrazia.

Il vero punto è il Covid

Il vero punto che sta sconvolgendo gli analisti è il Covid. Da tre anni assistiamo ad una becera narrazione secondo cui la destra in Lombardia avrebbe peccato di chissà quali crimini nella gestione della pandemia (?), mentre al contrario la virtuosa sinistra nel Lazio sarebbe stata così brava da candidare l’Assessore alla Salute D’Amato con la certezza di vincere per il consenso raccolto nel popolo (!). E assistiamo a dati, numeri a confronto, in gran parte completamente avulsi dal contesto: la Lombardia sarebbe stata la Regione più colpita d’Italia non perchè, com’è nella realtà, è la Regione più popolosa, con la più alta densità abitativa, lavorativa e industriale e quella con il più alto numero di spostamenti e collegamenti diretti con la Cina, ma perchè governata dai cattivoni della destra. Nel caso del Lazio, invece, i 3 milioni di contagiati (che sono di più, in rapporto ai 5,8 milioni di abitanti, rispetto ai 4 milioni di contagiati Lombardia dove però gli abitanti sono 10 milioni), e i 12.500 morti, “si sono contagiati e sono morti in modo più leggero“. Facili ironie a parte, i nostri politici e giornalisti dovrebbero rendersi conto che la gente le cose se le ricorda. Eccome se se le ricorda. La gente si ricorda bene che la sinistra ha provato a scaricare le colpe sulla Regione Lombardia dopo che per due mesi ha fatto le campagne Abbraccia un Cinese e Aperitivi contro la Paura proprio in contrasto con la “destra razzista” perchè i partiti di Meloni e Salvini chiedevano maggiori controlli dalla Cina (come poi hanno fatto quando sono andati al Governo). La sinistra sottovalutava il pericolo, e la gente se lo ricorda bene. I lombardi ricordano bene che Zingaretti era con Sala ai Navigli a prendere un cocktail mentre il virus già circolava in tutta la Regione, al punto da beccarselo personalmente.

zingaretti

Il Covid è esploso in Lombardia solo ed esclusivamente per gli orrori del governo di Conte, Speranza e dello stesso Pd: altro che giunta Regionale! Non è un caso de Fontana oggi ha ottenuto il 55% delle preferenze in Lombardia che salgono al 56% nel comune di Codogno, al 57% nella provincia di Lodi, al 58% nel comune di Nembro e addirittura al 61% nella provincia di Bergamo, cioè le zone più colpite dalla pandemia. Qui la gente è inferocita sì, ma con la sinistra e non certo con la destra, aspettando i risultati della Commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia che la coalizione di centrodestra ha inserito nel programma elettorale e ha confermato con atti concreti nei primi mesi di attività parlamentare, su forte imput di Lega e Fratelli d’Italia. Chi le ha fatte le porcherie in pandemia lo scopriremo presto ufficialmente, intanto i cittadini lo sanno già. Nonostante il balordo tentativo di capovolgimento di campo.

E nel Lazio D’Amato è stato il più duro di tutti sulle restrizioni, i lockdown, i coprifuoco, il Green Pass e il Super Green Pass. Se ha perso non è perchè, come dice Calenda, “la gente non capisce niente“. Ma perchè la gente capisce tutto, e lo capisce eccome. Compresi i vaccinati che si sono sottoposti alla vaccinazione in buona parte perchè costretti col ricatto e in altrettanta buona parte perchè convinti che vaccinandosi non si sarebbero contagiati nè tantomeno ammalati, illusi dalla narrazione che raccontava quel siero come una sorta di nettare di immortalità. Se, infatti, oggi non si vaccina più nessuno è proprio perchè il ricatto non c’è più e l’illusione si è scontrata con la realtà di vaccinati che si contagiano e si ammalano almeno alla pari, se non peggio, dei vaccinati. Eppure per anni hanno blaterato che il 90% di italiani, proprio perchè vaccinati, la pensava come loro, e invece adesso stanno scoprendo che proprio in quel 90% di vaccinati si cela la più grande rabbia di chi è stato ingannato. E sia alle elezioni politiche di settembre quanto oggi alle Regionali, la gente vota per chi il vaccino lo ha sempre voluto, ci mancherebbe, ma purchè fosse libero, purchè fosse una libera scelta concessa a chi decide di farlo in coscienza, senza alcun tipo di obbligo, ricatto o ripercussione nei confronti di chi invece non voleva farlo. Con buona pace di Pregliasco, la viro star che per anni ha seminato catastrofismo sulla pandemia e alla fine è rimasto trombato alle elezioni (e oggi si permette di dire pure che la gente ha perso un’occasione: complimenti per l’umiltà).

Un tempo il popolo era sovrano. E gli elettori avevano sempre ragione. Oggi invece viviamo in un Paese così balordo e surreale in cui se Rai 1, La 7, Repubblica e Calenda la pensano in un modo, persino la democrazia diventa sbagliata. E poi però sono gli stessi che si lamentano se la gente non va più a votare: vivono in una bolla di sapone fuori dalla realtà e hanno anche il coraggio di fare i predicozzi. Si parlano da soli. Poveretti.

pregliasco

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