Le elezioni regionali di Lombardia e Lazio rafforzano il governo Meloni

Nonostante la debacle, il Pd continua a scaricare le responsabilità sui quelli che avrebbero dovuto essere i suoi alleati

StrettoWeb

Sconfitta annunciata, sconfitta arrivata! PD, Cinque Stelle e Terzo Polo, erano già preparati a perdere la competizione elettorale regionale sia in Lombardia che nel Lazio ma, la dimensione con la quale è arrivata, non ammette repliche. Eppure, i vertici del PD continuano a vedere il “bicchiere mezzo pieno” adducendo essere il maggior partito di opposizione: magra consolazione. Se il PD soffre, il Movimento Cinque Stelle sembra essere agonizzante; continuare a sostenere “cavalli di battaglia” da oltre cinque anni, come il “reddito di cittadinanza” ormai, soprattutto al nord Italia, non fa più presa. Sarebbe opportuno rivedere alcuni concetti anche di politica estera perché, se da un lato sostengono che per far cessare la guerra in Ucraina, non bisogna più mandare armi, ed aprire negoziati di pace, dall’altro però, non si sono resi conto che il potere espansionistico di Putin, non si fermerà fino a quando non avrà ottenuto ciò che desidera: parte dell’Ucraina! Qualunque tentativo fino ad ora portato avanti da diversi stati europei è andato fallito pertanto, rientra nei diritti dell’Ucraina, tutelare e difendere i propri confini. Poiché la guerra si sta tenendo dentro l’Europa, sia la Nato che l’Unione Europea, debbono sostenere il diritto di difesa, purtroppo armata, dell’Ucraina.

Il Terzo Polo poi, sperava di prendere voti dal mondo dei moderati insoddisfatti sia dell’attuale governo di centro/destra che, dell’opposizione quasi inesistente di PD e Cinque Stelle. Infelice però, aver candidato la Moratti che, fino a qualche mese prima era stata la Vice di Fontana in Lombardia. Ora, pensare di convincere gli elettori a votare candidati riciclati non fa più presa. Ci chiediamo se non fosse stato più logico e politicamente più lungimirante, cercare di indirizzarsi su giovani, desiderosi di mettersi in gioco sostenendo i bisogni dei cittadini, e puntando sulla loro freschezza creativa? Illusi! Tornando al PD abbiamo raccolto le dichiarazioni di Stefano Bonaccini in visita a Messina che certamente non le manda a dire, mettendo sul banco degli accusati la vecchia classe dirigente del Partito Democratico che, “da oltre dieci anni, cambiando spesso colore della coalizione, e spostandosi da un ministero all’altro, ha fatto perdere al PD milioni di voti”. Un PD dice Bonaccini, che “non riesce più a stare tra la gente, che non riesce più a dialogare con i lavoratori, che ha abbandonato le istanze degli operai, i bisogni di chi presta la sua attività in fabbrica, che non difende più i capisaldi della politica sociale, che però, continua ad occupare le poltrone, soprattutto nei palazzi romani, senza andare incontro ai bisogni di coloro che non riescono a mettere tre pasti a tavola”. Bonaccini ritiene che “il PD ha il dovere di parlare di contenuti e non di nomi; da troppi mesi si sprecano parole al solo scopo di capire quali caratteristiche dovrebbe avere il nuovo segretario del partito senza però, affrontare i veri temi e capire come mai la destra ha vinto le elezioni”. Il governatore dell’Emilia Romagna, ripercorrendo la sua formazione politica nata alla luce del PCI di Enrico Berlingher, se dovesse essere eletto segretario, desidererebbe “un PD individuato come il partito del lavoro, ossessionato dal trovare e creare lavoro, guardando anche alle imprese perché, senza loro, non c’è lavoro”.

Punta l’indice verso, sempre sulla vecchia classe dirigente che “non è riuscita a spendersi in favore del salario minimo legale. Non è ammissibile che nel 2023, ci siano lavoratori che percepiscano due euro l’ora mentre, negli altri paese d’Europa, il minimo e di otto euro”. Il candidato a segretario promette “che andrà nei luoghi di lavoro per raccogliere firme in modo da presentare una legge di proposta popolare per il salario minimo”. Altra frecciata contro i suoi compagni di partito, Bonaccini la scaglia parlando di politica sociale e di regolarizzazione degli extra comunitari che ormai sono parte integrande del paese Italia: “con una natalità ai minimi storici, se non ci fossero i migranti, tra qualche anno, l’Italia e la Spagna diventeranno paesi abitati solo da anziani accentuando il problema delle pensioni perché, mancando le forze lavoro giovani, si porrà il problema di chi dovrà pagare tutte queste pensioni”. Una stoccata la riserva pure alle altre due coalizioni dell’opposizione: Cinque Stelle e Terzo Polo. “È necessario cercare di trovare intese almeno sui temi di grande interesse, primo tra tutti il reddito di cittadinanza”. Bonaccini ricorda che “da presidente della Regione Emilia, istituì un reddito di accompagnamento corrisposto, per un anno, rinnovabile per un altro anno, a coloro che da adulti avevano perso il lavoro e avevano necessità di riqualificarsi e tornare a lavorare”. Reddito di cittadinanza sì ma riformato e migliorato in quanto ciò che dà dignità alle persone è il lavoro”. Infine, il Governatore si sofferma su due elementi che dovrebbero stare alla base di un partito come il PD e cioè: “istruzione e salute”. “Continuando di questo passo, e seguendo la linea politica messa in essere dal Governo Meloni- dice Bonaccini- tra qualche anno, molte classi delle scuole primarie, soprattutto nei piccoli comuni e nei piccoli borghi, verranno chiuse per mancanza di alunni. Non si può ridurre il personale puntando sulle classi pollaio perché, così facendo si perderebbe il valore dell’istruzione”. Bonaccini dichiara che “da diversi anni, negli asili nido dell’Emilia, si studia l’inglese, proprio per fornire uno strumento in più alle giovani generazioni e aiutarle ad entrare con più facilità nel mondo del lavoro”. Anche sulla Sanità, l’esponente Dem ha le idee chiare: “sono stati tagliati fondi alla sanità pubblica, questo inficerà sulla qualità delle prestazioni. La sanità dev’essere un’eccellenza in ogni regione perché i cittadini sono tutti uguali e meritano di essere curati da professionisti preparati che utilizzano strumenti ed apparecchiature elettroniche di livello. Se non si investirà sul personale, la sanità privata occuperà quegli spazi lasciati liberi dalla sanità pubblica”. Infine, Bonaccini parla di diritti civili che “dovrebbero essere garantiti a tutti. Se un figlio di italiani nato all’estero e magari non è mai stato in Italia, si presenta in un consolato, sostiene un piccolo esame e dimostra di capire e di parlare l’italiano, ottiene subito la cittadinanza invece per un extra comunitario, non bastano dieci anni di permanenza in Italia, occorre anche che dimostri di avere un lavoro stabile e retribuito”. Per questo motivo, Bonaccini promette che “sui capisaldi elencati, lavorerà insieme a tutta la base del partito, per dare un nuovo volto e vincere le elezioni recuperando il gap attualmente esistenza con il centro destra”. Alla luce di queste dichiarazioni, forse il PD farebbe meglio a provvedere al cambiamento con urgenza considerato che, un governo senza una vera opposizione, parlerà una sola lingua mentre, il pluralismo è elemento fondamentale di democrazia.

 

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