“Esercenti calabresi che da 30 anni lavorano all’interno dello spazio aeroportuale di Lamezia rischiano di essere sfrattati a maggio. E’ quanto emerge dall’avviso di manifestazione d’interesse predisposto dalla Sacal per la procedura dell’affidamento degli spazi da utilizzare per l’esercizio della vendita di prodotti in regime di duty free nell’area Airside dello scalo di Lamezia Terme“. E’ quanto si legge in una nota diffusa da Amalia Bruni, leader dell’opposizione in Consiglio regionale.
“Questo avviso – aggiunge Bruni – contiene requisiti che sembrano fatti apposta per togliere di mezzo i commercianti che vi operano da tempo e che non potranno mai avere quel che chiede l’Avviso. Nello specifico al punto D una documentazione attestante che il concorrente ha realizzato un fatturato annuo medio riferito agli ultimi tre esercizi finanziari pari ad almeno un milione e mezzo di euro, iva esclusa, generato dall’attività dell’oggetto. Sembra una follia visto che parliamo dello scalo di Lamezia Terme e non quello del Leonardo da Vinci, in questo modo ci sono almeno sei esercenti che operano da 30 anni che non avranno la possibilità di partecipare all’avviso e entro maggio dovranno andare via. E’ mai possibile consentire alla Sacal di poter gestire a suo piacimento una vicenda così delicata senza che nessuno chieda tutela per i lavoratori esistenti? Siamo sicuri che imprenditori di altre aree del nostro Paese potranno fornire i requisiti richiesti ma è nostro dovere proteggere chi lavora da decenni in quei luoghi e che non può essere accantonato solo perché altri hanno deciso in modo diverso“.
“Nell’Avviso non si fa riferimento – sostiene ancora Bruni – a nessuna clausola sociale, come ha già evidenziato la Cisl, quindi ci attendiamo che nei prossimi incontri che ci saranno, si mostrerà la giusta attenzione per scongiurare la perdita di posti di lavoro e di consentire a chi ha maturato nel corso di decenni, esperienza e competenza, di poter proseguire il proprio lavoro. Tra qualche giorno depositerò un’interrogazione per sapere quali misure si intende adottare per tutelare chi all’interno del nostro scalo lavora da tanto tempo, questo non può essere un motivo utilizzato per punire“.