“Elemento fondamentale per capire quelli che sono i problemi e trovare le soluzioni più adeguate è rappresentato dalla pianta organica, solo facendo una ricognizione dettagliata è possibile capire come si dovrà intervenire”, questo l’esordio di Alberto Firenze, Commissario dell’Azienda Ospedaliera Papardo di Messina a solo due giorni dal suo insediamento. “Una sanità che non sta molto “male” anche perché, venendo fuori dal periodo pandemico, ha avuto la possibilità di correggere le proprie criticità, lavorando in sinergia con la sanità privata, ha potuto colmare i deficit emersi in quel periodo storico unico nel suo genere”, questo quanto dichiarato da Firenze a proposito delle critiche, giuste o sbagliate, impietose o veritiere che sono state mosse, in particolare, alla sanità siciliana. Lui che è stato commissario Covid a Messina per la somministrazione dei vaccini con quasi un milione e 287 mila dosi di vaccini anti Covid, un milione e 457 mila tamponi esitati; un risultato quasi impensabile che si aggiunge ad altri record ottenuti: “primi in Italia con un camper per le dosi nei piccoli comuni montani, primi in Europa per somministrazioni senza ago, primi per isole Covid Free, primi a vaccinare in un centro islamico, primi in Sicilia a dotarsi di un front-office operativo, gestendo ben 55 mila problematiche”.
Se questo è il biglietto da visita con cui Alberto Firenze si presenta al Papardo, ipotizzare una ripresa rapida del nosocomio peloritano diventa ovvia e naturale. Firenze parla del piano sanitario regionale, purtroppo fermo al 2009 ma che, l’assessore Volo, “sta cercando di renderlo attuale al 2023 definendo gli strumenti e le priorità idonei a garantire l’erogazione delle prestazioni a tutti i cittadini siciliani”. Esprime parole di apprezzamento in ordine alle “600 borse di studio deliberate dalla Commissione Regionale alla Salute, destinate agli specializzandi in Pediatria, Ortopedia, Anestesia, Medicina d’Urgenza; un incentivo per dare professionalità soprattutto in quelle divisione che, più delle altre, risentono della carenza di personale”. “Il problema non è il numero chiuso a medicina- prosegue Firenze- ma le scuole di specializzazione perché, se laureiamo medici e poi non gli diamo la possibilità di specializzarsi, non potranno mai essere assunti presso le strutture sanitarie pubbliche, in quanto la legge stabilisce che solo medici specializzati potranno entrare nei reparti”. Altro elemento positivo che il prof. Firenze sottolinea, è rappresentato dal fatto che “il Governo Nazionale ha posticipato al 31 dicembre 2023, la possibilità di stabilizzare tutti i giovani medici che hanno lavorato durante il periodo pandemico; una risposta concreta nei confronti di coloro che si sono spesi per garantire ai cittadini una assistenza adeguata”.
Sul fronte degli 800 milioni destinati dal PNRR alla Sicilia per il potenziamento dell’assistenza sanitaria territoriale tramite la creazione di nuove strutture: ospedali di comunità, case di comunità, centrali operative territoriali, il Commissario Firenze parla “di un nuovo concetto di assistenza, che punta al territorio e non alle province in quanto, si deve privilegiare la non ospedalizzazione a favore di strutture territoriali dove il paziente viene accolto e trova soluzione a problemi che non richiedono particolari interventi. Alleggerire i Pronto Soccorso destinandoli solo ai codici rosso che prevedono interventi d’urgenza o ricoveri nei nosocomi”.
Affinché ciò sia possibile, il prof. Firenze evidenza che il “reclutamento di personale, un problema che certamente non possono risolvere le regioni ma, che richiede un intervento deciso da parte dello Stato. Per tale motivo, attualmente è operativo un tavolo interparlamentare (parlamento e senato) proprio per trovare le soluzioni più idonee per l’assunzione di personale”. Altra proposta che potrebbe essere applicata, secondo il prof. Firenze, sarebbe quella di “sottoscrivere apposite convenzioni tra i Policlinici Universitari e gli Ospedali operanti nelle diverse province in modo che i giovani specializzandi, possano iniziare un percorso di esperienza pratica nei diversi reparti, impadronendosi delle tecniche utili nello svolgimento della professione sanitaria. La spesa dovrebbe essere a carico dei nosocomi che ospitano gli specializzandi”. Entrando in maniera specifica sulla situazione dell’Azienda Ospedaliera Papardo, il prof. Firenze ha rimarcato che “sta incontrando tutti i direttori di dipartimento ed i direttori di struttura, proprio per capire la situazione della pianta organica e delle criticità ad essa connesse”. Si astiene dal rispondere quando affrontiamo il tema del terzo bunker per allocare una nuovissima apparecchiatura per le cure delle patologie oncologiche, acquistata alcuni mesi orsono. Senza discutere sul fatto che, in una struttura ospedaliera come quella del Papardo, diventa necessario accrescere la strumentazione tecnologica avanzata, la nostra curiosità scaturisce dal fatto che i soldi spesi per l’acquisto del nuovo macchinario, di una notissima industria olandese, servirà a fornire un servizio adeguato ai cittadini o rimarrà inutilizzato a causa della mancanza di tecnici. Il prof. Firenze ci ha informati del fatto che, “nei prossimi giorni, incontrerà proprio i responsabili del dipartimento per capire quante unità di personale operano nella suddetta struttura”. L’importanza della radioterapia spesso viene sottovalutata, non comprendendone la sua funzione per guarire i pazienti affetti da alcuni tipi di tumori.