È ormai passato quasi un anno dall’inizio della guerra in Ucraina. La situazione non è di certo delle più rosee, nè tende a un possibile miglioramento nel futuro prossimo. Le ostilità continuano: le prospettive di una ‘guerra lampo’ dei primi giorni, si sono scontrate con la resistenza ucraina, trasformando il conflitto in una guerra di logoramento. Seppur su entrambi i fronti: da una parte Kiev subisce la superiorità bellica russa, dall’altra Mosca non riesce a ottenere significativi risultati.
In questo contesto si affaccia l’Occidente che, pur non prendendo parte attiva alla guerra, ha scelto di punire la Russia con importanti sanzioni che avrebbero dovuto minare l’economia moscovita. Sanzioni che non sembrano aver ottenuto l’effetto sperato. Il motivo? L’aiuto che i Paesi vicini stanno dando alla Russia. A scriverlo è il New York Times, spiegando che la Russia ha smesso di pubblicare i dati del suo commercio estero dopo l’invasione dell’Ucraina, ma un’analisi dei dati dei Paesi vicini alla Russia mostra che stiano fornendo a Mosca molte delle merci colpite dalle sanzioni.
Secondo il quotidiano newyorkese, Putin starebbe approfittando dell’alleanza o della neutralità dei Paesi che non applicano le sanzioni per dirottare gran parte del suo commercio. Secondo il NYT, i due indicatori che confermerebbero la scarsa efficacia delle sanzioni sono la stabilità del rublo e i dati del Fondo monetario internazionale, secondo cui l’economia russa crescerà quest’anno dello 0,3%, ben al di sopra della contrazione del -2,3% della previsione precedente.