Serve l’aiuto di tutti. Sulla piattaforma Gofundme.com è stata creata una raccolta fondi in favore di Maria Antonietta Rositani che rischia di perdere l’uso delle gambe. La sua storia è ormai nota da tempo, ma è giusto farne una breve menzione affinchè non venga mai dimenticata. Maria Antonietta Rositani è sopravvissuta alla violenza dell’ex marito che tentò di ucciderla dandole fuoco in mezzo alla strada.
La donna, originaria di Reggio Calabria, ha riportato ustioni gravissime che le avevano bruciato il 70% del corpo, procurandole danni ingenti per i quali è stato necessario un ricovero ospedaliero di 20 mesi. Dopo innumerevoli interventi, la donna ha potuto lasciare l’ospedale ed ha intrapreso un cammino contro ogni tipo di violenza. Quel cammino oggi rischia di subire un brusco stop.
Maria Antonietta cammina con l’ausilio delle stampelle, le ustioni subite le hanno fatto perdere l’elasticità dei tessuti delle gambe. Le terapie per il percorso di recupero degli arti inferiori devono essere costanti e, soprattutto, sono molto costose. Oggi Maria Antonietta, mamma di due figli, rischia di ritrovarsi su una sedia a rotelle. La piccola pensione di invalidità con cui vive le basta a malapena per le spese mediche giornaliere. Per questo motivo si è fatta promotrice della campagna di raccolta fondi “STOPVIOLENZA aiutami a continuare il cammino” (link per donare). Ogni donazione, anche minima, è preziosa.
“Ciao, mi chiamo Maria Antonietta Rositani, ho 45 anni e sono una sopravvissuta alla violenza. Quella del mio ex marito che ha tentato di uccidermi dandomi fuoco in mezzo alla strada mentre accompagnavo i miei figli a scuola. Da quel giorno le nostre vite si sono fermate, per quasi due anni ho combattuto in ospedale tra la vita e la morte, prima a Bari e poi a Reggio Calabria. – l’appello di Maria Antonietta Rositani – Il 24 novembre 2020 sono finalmente uscita dall’ospedale, viva ma devastata dalle gravissime conseguenze del fuoco che aveva bruciato il 70% del mio corpo da allora mi sottopongo a costosi interventi e terapie per cercare di recuperare i danni e non finire su una sedia a rotelle. Mi sostengo con una piccola pensione di invalidità e l’aiuto di associazioni e persone di buona volontà, ma purtroppo non è sufficiente a garantirmi continuità e stabilità nelle cure.
Per questo ho bisogno del vostro aiuto per continuare a vivere una vita il più normale possibile e proseguire nell’impegno contro la violenza di ogni genere che da quando sono uscita dall’ospedale sto portando avanti, soprattutto con i giovani“.