Stamattina, presso i locali dell’Hotel Torrione si è svolta una conferenza stampa, indetta da Reggio Futura, avente ad oggetto gli sviluppi del nuovo procedimento penale in cui è coinvolto il Sindaco Falcomatà.
L’avv. Italo Palmara, Presidente del Movimento, ha aperto la conferenza illustrando le ragioni che lo hanno portato il 25 maggio 2022 a depositare una querela in Procura per la mancata costituzione di parte civile del Comune di Reggio Calabria nel processo Miramare, ossia la reiterata inoperosità da parte del Sindaco, il quale in più occasioni ignorava i solleciti dell’Avvocatura Civica che lo invitavano ad attivare la procedura che avrebbe consentito all’Ente di costituirsi nel processo Miramare. E il fatto che a richiedere il rinvio a giudizio per il sindaco sospeso siano stati due magistrati di così alta levatura morale e giuridica (il Procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri ed il Sost. Procuratore Stefano Musolino) è l’ulteriore dimostrazione – secondo il Presidente di Reggio Futura – della fondatezza delle sue accuse.
L’avv. Palmara ha poi evidenziato che, contestualmente al deposito della querela in Procura, Reggio Futura a maggio dello scorso anno ha inviato un esposto anche alla Procura Regionale della Corte dei Conti che, vista l’evoluzione che ha avuto la vicenda in campo penale, non potrà che agire di conseguenza, posto che è di tutta evidenza il danno erariale provocato dalla mancata costituzione di parte civile nel Processo Miramare.
Per Palmara “la vicenda avrà inevitabili ripercussioni politiche molto pesanti: dopo una sospensione di 18 mesi e una di 12, il Sindaco in caso di una nuova condanna verrebbe automaticamente sottoposto all’ennesima sospensione per ulteriori 18 mesi, che sommati a quelli già subìti, andrebbero quasi a sforare la durata dell’intero mandato. Ormai da quasi un anno e mezzo il Consiglio Comunale si trova in una situazione grottesca e ingestibile, posto che sia il Sindaco che diversi consiglieri di maggioranza, essendo stati sospesi per gli effetti della Legge Severino, sono stati sostituiti da un Sindaco f.f. e dai «primi dei non eletti» delle liste di appartenenza dei Consiglieri sospesi. Nel frattempo Reggio sta vivendo una situazione di degrado così pesante da non avere precedenti nella storia. Se Falcomatà avesse un minimo di amore per la città e di rispetto per i reggini, dovrebbe dimettersi immediatamente”.
E a proposito di dimissioni, il Presidente di Reggio Futura ha poi ricordato che già all’indomani della prima condanna (e dunque a novembre del 2021) Falcomatà avrebbe dovuto dimettersi se fosse stato ligio ai dettami imposti da quel codice etico che egli stesso ha votato e adottato.
E proprio per questa violazione, Reggio Futura, avvalendosi del dettato dell’art. 16 dello Statuto Comunale, ha depositato a Palazzo San Giorgio un’istanza indirizzata al Sindaco f.f. Paolo Brunetti con la quale ha chiesto formalmente quali iniziative egli, in veste di Sindaco facente funzioni, ha intrapreso o intende intraprendere al fine di far rispettare il dettato del Codice Etico al Sindaco Giuseppe Falcomatà e per quale motivo l’amministrazione fino ad oggi non ha rendicontato sul sito istituzionale del Comune tutta l’attività connessa al rispetto del codice etico (ivi comprese le violazioni poste in essere da chi lo ha sottoscritto), così come previsto dall’art. 14 del codice stesso.
L’avv. Palmara ha quindi dato atto della correttezza del Sindaco f.f. Paolo Brunetti che, sebbene in ritardo rispetto al termine di 30 giorni imposto dall’art. 16 dello Statuto Comunale, è stato ligio alle regole ed ha risposto all’istanza di Reggio Futura. Per il Presidente di RF la missiva di Brunetti ha una importanza particolare perché, per la prima volta, la maggioranza ha ammesso che, dopo la condanna di Falcomatà, in virtù del codice etico da egli sottoscritto, in capo allo stesso vigeva un dovere morale di dimettersi che però lui non ha rispettato e che il Consiglio non può imporgli. E infatti il Sindaco f.f. Paolo Brunetti, in risposta al primo quesito postogli da RF, risponde testualmente “preliminarmente, l’adesione al suddetto codice etico ha, per sua definizione, un valore esclusivamente morale; con esso gli amministratori si impegnano personalmente a dimettersi dal proprio incarico nel caso in cui siano destinatari di sentenze di condanna definitiva per determinati reati o, nel caso di specie, per come testualmente riportato nel testo dell’art. 20, «in caso di condanna non definitiva per reati cui la legge associ la sospensione della carica, …omissis.. ad aderire spontaneamente e senza ritardi a tali prescrizioni». L’adesione, dunque, alla “prescrizione” di dimettersi o rimettere la carica, non può che essere spontanea. Nessuna sanzione è giuridicamente azionabile nei confronti di chi abbia scelto di non ottemperare a tale impegno personale”.
Sul secondo punto invece, ossia sulla mancata rendicontazione dell’attività connessa al rispetto del Codice Etico, Brunetti non ha fornito alcuna risposta o spiegazione. Per tale ragione l’avv. Palmara, a conclusione della conferenza ha chiesto l’intervento dei consiglieri di minoranza (erano presenti alla conferenza i consiglieri Milia e Marino) e della Commissione “Controllo e Garanzia” affinché almeno questa misura imposta dal “codice etico per la buona politica” adottato dal Consiglio Comunale Reggino venga rispettata.