“La ‘rivoluzione fluida’ era già da tempo al teatro Ariston, ma trasformare il Festival di Sanremo, appuntamento che ogni anno tiene incollato allo schermo famiglie e bambini ed è emblema della tv tradizionale convenzionale, nell’appuntamento più gender fluid di sempre è del tutto inopportuno. Nonostante viviamo nell’era dei social network, la televisione rimane il principale canale di informazione per i cittadini.
E i maggiori fruitori del mezzo televisivo rimangono i minori e le famiglie che diventano la fascia di riferimento principale per la creazione di programmi. Il Festival rischia di diventare l’ennesimo spot del gender e della sessualità fluida, temi sensibilissimi su cui da sempre ci poniamo in contrasto. È inaccettabile che tutto questo possa avvenire non solo nella tv di Stato, che troppo spesso dimentica il suo ruolo di pubblico servizio, e non soltanto con i soldi dei contribuenti, ma soprattutto davanti ai tantissimi bambini che guarderanno la televisione per una serata in famiglia“. Con queste parole Maddalena Morgante, deputato di Fratelli d’Italia, aveva chiesto, nei giorni scorsi, l’esclusione di Rosa Chemical dal Festival di Sanremo 2023.
Morgante aveva sottolineato come la presenza del controverso rapper e il messaggio gender fluid lanciato sul palco potessero destabilizzare i bambini. Nuove polemiche sono sorte nella giornata di ieri, quando Amadeus ha svelato la scaletta delle prime due serata di Sanremo: Rosa Chemical, infatti, canterà per ultimo nella seconda serata. Una scelta che maschera un tentativo di censura? Amadeus stesso ha sottolineato come nelle serate successive il giovane rapper canterà tra i primi e che si tratta di una normale turnazione dei cantanti.
Alla festa di Radio Italia, tenutasi nella serata di ieri, Rosa Chemical ha risposto, seppur indirettamente, alle polemiche di questi giorni. “A chi non mi vuole a Sanremo auguro tanto amore, io invece li voglio“. Un messaggio di inclusione, teso a smorzare le tensioni che hanno accompagnato il percorso di avvicinamento alla kermesse. Chissà se dopo la sua “Made in Italy“, che si preannuncia piuttosto scomoda, sorgeranno nuove polemiche…