Scilla, l’appello del titolare di un Bar: “il Comune pensa ai Lidi, io abbandonato tra radici e allagamenti”

Da qualche anno il titolare dell'attività, Francesco Streva, lamenta diverse problematiche ma, dopo aver ingoiato bocconi in silenzio, adesso ha deciso di parlare, chiedendo aiuto a un Comune che a detta sua è stato ed è poco presente con la sua e con altre attività della zona

  • Bar Caffè Cambusa Scilla
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
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StrettoWeb

Oltre 15 anni di attività nel cuore della movida estiva scillese, per offrire un servizio non solo ai turisti ma anche agli scillesi stessi, lui che scillese lo è di nascita (la sua famiglia è presente da 100 anni). Il riferimento è al Bar Caffè Cambusa, sulla Via Marina di Scilla, dal lato opposto a quello del mare e dei Lidi. Da qualche anno il titolare dell’attività, Francesco Streva, lamenta diverse problematiche ma, dopo aver ingoiato bocconi in silenzio, adesso ha deciso di parlare, chiedendo aiuto a un Comune che a detta sua è stato ed è poco presente con la sua e con altre attività della zona.

I problemi sono diversi e l’imprenditore ha deciso di denunciarli attraverso una intervista a StrettoWeb. Il primo è quello delle radici di un albero che hanno ormai invaso il suolo dell’attività, costringendo l’uomo a rifare la pavimentazione a distanza di qualche anno. “L’albero comunale presente qui davanti – spiega ai nostri microfoni – è di grosso fusto e sta creando problemi alla struttura dell’edificio. Ho creato una tettoia in legno per salvaguardarmi dalla caduta di pigne o altro, ma cinque anni fa il Comune me l’ha fatta rimuovere perché non ci sono i dovuti permessi. E nel frattempo il suolo si alza sempre di più, a causa delle radici, e io sono costretto a rifare la pavimentazione ogni tot anni”.

A questo problema si aggiunge quello degli allagamenti dopo le alluvioni. La sua attività è sita al lato di una traversa in cui, ogni volta che c’è una alluvione, le auto vengono portate verso mare, creando un tappo e facendo defluire tutto il fango ai lati. Uno dei lati combacia col Bar e, nel corso dell’ultima alluvione, l’imprenditore si è ritrovato l’acqua dentro. “Sono tutti danni economici e il Comune non me li rimborsa. Poi le richieste di rimborso non sono mai immediate e io devo sempre intervenire prima. La mia è un’attività centrale, sul Lungomare, dove ci abitano persone, ed è completamente abbandonata, non c’è cura dei marciapiedi e di niente”.

E’ deluso, l’imprenditore. A detta sua, il Comune ha favorito solo e soltanto le attività dall’altro lato, le strutture balneari diventate col tempo anche ristorantini. “Il Comune si è concentrato su queste strutture, su questi Lidi, strutture balneari complete di ristoranti, ignorando le attività lato interno, ma che sono sempre sul Lungomare. Io personalmente mi ritrovo macchine che, se potessero, parcheggerebbero anche dentro il Bar. C’è troppo caos di auto, anche col rumore, e questo ai Lidi non succede perché è tutto alle loro spalle. E poi mettiamoci calore, smog, gas di scarico, con auto col motore acceso per 5-10 minuti”, aggiunge l’uomo, prima di concludere con un appello sincero e sereno al Comune, senza polemiche: “penso che il Comune debba prendere visione e dare più attenzione alle attività presenti, non concentrandosi solo su queste strutture balneari. Ci sono attività, come la nostra, che con tanti sacrifici restano aperte tutto l’anno per offrire un servizio anche agli scillesi”. A corredo dell’articolo tutte le immagini.

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