Serie: la città che parla, rivive

Le sette chiavi del turismo eoliano e magno-greco

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La passione per l’economia circolare del volontariato, che ci può salvare, è una lanterna sempre accesa per Vania D’Angelo. Dicevamo: “libera, disinteressata, ricostituente e arricchente non solo per chi ne fruisce ma per chi ne è attore fisico”. E’ il passato di scout ed educatrice AGESCI ad aver segnato profondamente l’alfabeto di lettura della realtà per la D’Angelo, ex insegnante di scuola primaria, pianista, laureata in inglese e tedesco con perfezionamento in interpretazione e traduzione, già docente di italiano presso l’Università per stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria, esperta di marketing e commercio estero, scrittrice, critica letteraria (socia del circolo letterario Rhegium Julii), a tutt’oggi responsabile del Settore Servizi Linguistici dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e ad interim della Scuola di specializzazione per le professioni legali dello stesso Ateneo.

Nelle parole di Vania D’Angelo …

“Sono innamorata della cultura italiana e più specificamente del sud della penisola con il suo fascino ancestrale e ricco di suggestioni antichissime. Mi è capitato di leggere che la Regione sta profondendo molte energie per rendere massimamente attrattiva la Calabria. Mi rende molto felice oltre che orgogliosa. Ho appreso di un’iniziativa siciliana che vedrebbe l’utilizzo creativo delle api a tre ruote per un tour dei piccoli borghi. Penso poi ad un itinerario che dalla Campania fino a Favignana sia scandito da eventi presso luoghi termali o di interesse vulcanologico. Le strade dell’acqua, dell’aria, del fuoco e della terra: i quattro elementi che vivificati dal quinto, la cultura, diventano materie prime tangibili e intangibili dal valore inestimabile. La Calabria interna e incontaminata, off the beaten track, su dorso di mulo, l’escursionismo dei corpi d’acqua , water body, sono esempi di turismo rigenerante dello spirito. Preciso che non si tratta di regionalismo ma di focalizzazione strategica su un sottoinsieme di un sistema di network nazionale che possa vantare collegamenti dagli hub urbani più importanti del centro-nord alla magia alternativa dei luoghi eoliani , in senso etimologico, e magno-greci. E l’inglese non è certo un orpello esterofilo bensì una necessità funzionale: il mondo “vuole essere parlato”.

Penso a sette parole chiave per il turismo eoliano o eolico:

cosy ovvero delle piccole cose : il borgo, il vicolo con le sue botteghe d’artigiano, le pietanze semplici e familiari. Il turismo nostro deve fare la differenza ed essere peculiare in tal senso per un visitatore che provenga da metropoli o da centri super-industrializzati;

cheap: a buon prezzo;

curative o terapeutico ; anche il turismo religioso lo è e in questi giorni  presso la Facoltà di Architettura dell’ Università Mediterranea di Reggio Calabria, una mostra molto interessante accende i riflettori sul tema;

correct ovvero sostenibile;

cross-fertilizing: olistico, esperienziale e crogiolo di arti, formazione, corsi di lingue, benessere, cucina, lettere , medicina (blue zones)

cross-modal con e attraverso varie modalità;

connective perché si inventa nuove reti di collegamento viario ottimizzando le potenzialità delle già esistenti specialmente laddove ancora la velocità dei mezzi debba ancora superare gli ostacoli degli investimenti e beneficiare dell’accelerazione delle procedure burocratiche.

Ognuna di queste sette chiavi può aprire mondi attrattivi e arricchenti.”

Vania D’Angelo è disponibile a discuterne ovunque e con tutte le comunità (contatto telefonico : 331 4802077) .

La città che parla, rivive.

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