Tribunale di Reggio Calabria: addetti all’ufficio del processo costretti a fare da assistenti, possibili ispezioni governative in arrivo

Strane cose accadono nel Tribunale e nella Corte d'Appello di Reggio Calabria e Tommaso Calderone vuole vederci chiaro: a breve arriveranno gli ispettori del governo

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Nel Tribunale e nella Corte d’Appello di Reggio Calabria accadono ‘strane’ cose. Gli addetti all’ufficio del processo, infatti, vengono impiegati in maniera anomala, quasi demansionati. A sollevare la questione è stato l’onorevole Calderone, che ha chiesto al ministro Nordio di disporre l’ispezione negli uffici giudiziari. Alla Corte d’appello di Reggio gli addetti all’ufficio del processo attualmente in servizio sono circa 200 negli uffici giudiziari reggini.

Erano stati assunti con la qualifica e la paga di funzionari giudiziari per supportare i magistrati nello svolgimento della loro attività giurisdizionale e contribuire allo smaltimento dell’enorme arretrato della giustizia italiana. Si sono però ritrovati a verbalizzare in udienze lunghe intere giornate, al posto dei cancellieri e degli assistenti giudiziari. Che a decine, invece, nello stesso tempo sono impiegati quasi esclusivamente in attività amministrativa.
E’ stata questa sinora la sorte di una buona parte degli 8mila addetti all’ufficio del processo, dal febbraio del 2022 in forza all’organico degli uffici giudiziari italiani.

Sul paradosso, che si consuma proprio nei luoghi deputati all’applicazione della legge, ha acceso i fari il deputato di Forza Italia Tommaso Calderone, dopo aver ricevuto varie segnalazioni da più parti d’Italia.

L’avvocato membro della commissione giustizia della Camera dei deputati nella giornata del 3 febbraio 2023 ha depositato un’interrogazione a risposta orale al ministro della Giustizia Carlo Nordio, con cui – tra l’altro – chiede l’attivazione dei poteri ispettivi.

La legge – scrive Calderone nell’interrogazione – prevede in maniera “limpida” che gli addetti all’ufficio del processo, equiparati ai funzionari giudiziari, svolgano “un’attività di stretta collaborazione con i giudici e di raccordo tra quest’ultimi e le cancellerie”. Invece – rimarca il deputato – “risulta da numerose segnalazioni pervenute all’interrogante che in svariati uffici giudiziari, specie nel settore penale, gli Addetti all’ufficio del processo vengono impiegati, in via istituzionale e ordinaria in attività di verbalizzazione, che talora si protraggono per l’intera giornata, e in adempimenti di cancelleria (privi, peraltro, delle credenziali per accedere alle applicazioni), attività che rientrano nel profilo (inferiore sotto il profilo giuridico ed economico) di assistente giudiziario o di cancelliere e non di funzionari giudiziari, cui gli addetti all’Ufficio del processo sono equiparati”.

Il deputato segnala che a fronte di un’utilizzazione non conforme alla legge degli addetti all’ufficio del processo, “una parte del personale deputato all’assistenza in udienza e all’attività di cancelleria risulta dirottata in esclusivi compiti amministrativi in uffici, quali quelli del personale, i gratuiti patrocini e le spese di giustizia, benché di recente codesto Ministero abbia assunto 2.500 funzionari giudiziari e 5.400 unità di personale (data entry e tecnici)”.

Tale prassi – sottolinea ancora l’avvocato Calderone – “favorita dalla debolezza contrattuale di tali dipendenti, personale precario e non sindacalizzato, si pone in contrasto con la legge, costituisce fonte di inefficienza, danno erariale e notevole contenzioso, nonché di disuguaglianza tra gli addetti dei diversi uffici giudiziari”.

Il componente della Commissione giustizia della Camera, pertanto, conclude domandando al Ministro “se e quali iniziative, anche di natura amministrativa ritenga opportuno intraprendere, anche acquisendo i dati relativi all’effettiva utilizzazione nei vari uffici degli addetti all’ufficio del processo e, segnatamente, se quest’ultimi siano stati adibiti in via ordinaria a compiti propri di profili professionali di livello inferiore e se non intenda attivare i propri poteri ispettivi, anche a campione, per verificare che l’impiego di tutto il personale giudiziario sia coerente con il relativo inquadramento professionale” e, ancora, in ultimo “se, nelle more, non ritenga opportuno inviare agli uffici giudiziari precise direttive circa le mansioni degli addetti all’ufficio del processo, anche in vista di future assunzioni”.

L’esponente di Forza Italia Tommaso Calderone commenta: “È doveroso verificare se il personale assunto venga destinato alle mansioni previste dalla legge. Nel caso non lo fosse sarebbe molto grave sotto ogni profilo“.

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