Il prossimo 31 marzo sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la nuova conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”, sul tema “Piazza De Nava 4.zero: una lunga e sconcertante storia”. Il territorio fa parte della vasta regione – tettonica definita nel suo complesso Arco Calabro Peloritano, qui caratterizzato dal Graben dello Stretto di Messina al quale, sul fronte calabro emerso, corrispondono l’Horst dell’Aspromonte e il meno esteso Horst di Piale che delimitano verso est l’ampia depressione controllata da più sistemi di faglie, nota in letteratura come Bacino di Reggio.
Si tratta di una regione interessata da intensi movimenti tettonici verticali ancora attivi, che hanno dato origine al rapido sollevamento dell’Aspromonte in Calabria e dei Monti Peloritani in Sicilia e allo sprofondamento dello Stretto. Caratteristica comune a molte faglie di quest’area sembrano essere i piani di scorrimento sub- verticali, lungo i quali si verifica il sollevamento discontinuo del basamento cristallino scandito dalle scarpate che delimitano il bordo esterno dei terrazzi pleistocenici che accompagnano il sollevamento polifasico della Calabria meridionale almeno dal Pleistocene.
Nel Bacino di Reggio, dove importanti fenomeni di subsidenza hanno accentuato la depressione rispetto all’entroterra appenninico in sollevamento, si sono succeduti diversi cicli di sedimentazione. I sedimenti più antichi, deposti in aree marine peri-costiere e generalmente a debole profondità, risalgono al Miocene (Calcareniti e Sabbie molassiche) e sostengono potenti successioni, più o meno continue e spesso in forte discordanza stratigrafica e angolare, di sedimenti plio-pleistocenici di facies deltizia e continentale (Ghiaie e sabbie di Messina) apicalmente ricoperti da depositi olocenico – attuali di facies francamente continentale (Depositi di terrazzo e Depositi alluvionali).
La continuità stratigrafica della sedimentazione mostra tracce evidenti di fenomeni tettonici e faglie, ma nelle aree emerse è lateralmente interrotta dagli intensi processi erosivi che hanno inciso e segmentato le formazioni, in particolare quelle pleistoceniche, di cui spesso restano soltanto modesti affioramenti isolati alla sommità dei rilievi interfluviali. Per altro va posto in evidenza che i sedimenti plio-pleistocenici del bacino di Reggio Calabria appoggiano con uguale frequenza sui litotipi del basamento cristallinometamorfico oppure sui sedimenti miocenici i quali comunque, talvolta anche in aree prossime alla costa, appoggiano sullo stesso basamento.
Però, in fase plio-pleistocenica, la formazione di gran lunga più importante è rappresentata dalle Ghiaie di Messina, formazione stratificata con andamento inclinato verso la parte assiale dello Stretto (clino-stratificazione). Nel corso del nuovo incontro si discuterà della formazione ed evoluzione geologica del centro storico cittadino, con particolare riferimento all’area in cui si colloca Piazza De Nava. Verrà evidenziato come il centro storico della città sia ubicato a cavallo tra le Fiumare Calopinace e Annunziata e di come la città si sia sviluppata anticamente lungo una ristretta piana alluvionale che risultava attraversata anche da altri corsi d’acqua minori oggi cancellati dall’urbanizzazione. Dopo le osservazioni del biologo Matteo Gatto Goldestein, seguirà la relazione da parte del geologo Alfonso Aliperta.