Approvvigionamento idrico: “a Messina si perde il 50% dell’acqua erogata” | FOTO

Aeminario di studi sull’approvvigionamento idrico a Messina: "ridurre la perdita delle reti idriche che si aggira sul 50% dell’intera portata"

Iniziative risorse idriche messina (9)
StrettoWeb

L’ordine degli ingegneri di Messina insieme al dipartimento di ingegneria idraulica e costruzioni idrauliche dell’Università di Messina ha organizzato un seminario di studi per affrontare il tema dell’approvvigionamento idrico nella città dello Stretto. Santi Trovato presidente dell’ordine degli Ingegneri ha sollevato il problema riguardante la “protezione delle risorse idriche, utilizzando attrezzature che possano ridurre e disciplinare il consumo, soprattutto per uso agricolo a terreni privati”. Brunella Bonaccorso, docente di gestione idriche, ha tracciato un quadro interessante storico-tecnico su “Gestione delle acque e dei sistemi idrici nell’area metropolitana di Messina: fonti e sistemi di approvvigionamento”. Il piano d’ambito ha messo in evidenza che circa il 50% della portata idrica, viene dispersa per cui, occorrerebbe intervenire per ridurre di almeno il 20% lo sperpero di acqua.

Giuseppe Aronica, docente di costruzioni idrauliche ha sottolineato il fatto che “le risorse idriche sono un problema abbastanza delicato, basti ricordare cosa è successo nel 2016 con la crisi idrica; adesso, ci sono una serie di adempimenti normativi importanti che devono essere rispettati ed applicati”. Aronica si è soffermato sul “Piano d’Ambito” che riguarda la gestione del servizio idrico integrato per l’ATO di Messina che, “per i prossimi anni, ha previsto la realizzazione di una serie di opere relative alla gestione e funzionamento di sistemi idrici e, molte di queste opere potranno essere fatte attingendo ai fondi del PNRR”. Aronica ha affermato che “a Messina tutti gli acquedotti sono alimentati o da pozzi o da sorgenti sotterranee; la città dello Stretto non prende nessuna goccia d’acqua nè dai fiumi, né tanto meno dalle dighe”. La professoressa Bonaccorso ha evidenziato che “SIAS Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano ha definito l’andamento pluviometrico decisamente anomalo, rispetto a quanto succede normalmente infatti, le precipitazioni maggiori, di solito, si avevano tra l’autunno e l’inverno mentre, a seguito dei cambiamenti climatici, si sono registrazioni precipitazioni di una certa intensità soprattutto in estate”.

Di queste precipitazioni, Brunella Bonaccorso ha dichiarato che “oltre il 60% evapora, il 17% ricarica le falde e più del 20% ruscella superficialmente. Nonostante ciò, l’indice delle classi climatiche (indice di aridità di FAO-UNEP) ha assegnato all’area della città metropolitana di Messina un coifficente maggiore di 1 quindi, un’area umida che non deve temere la desertificazione a differenza dell’area che si affaccia sul canale di Sicilia”. Secondo la Bonaccorso, “il trend di precipitazioni a Messina messo a punto dall’Istituto di Geofisica che fa parte dell’Autorità di bacino della Sicilia, ha registrato un aumento delle precipitazioni negli ultimi vent’anni; infatti il 1989 è stato l’anno di siccità, da allora, le cose sono cambiate”. Altro elemento importante evidenziato dalla professoressa Bonaccorso, “il piano di gestione delle risorse idriche della Sicilia, che si basa sia sull’aspetto qualitativo che quantitativo; Messina, potendo contare su idro strutture sotterranee, ha una qualità dell’acqua migliore rispetto alle altre zone della Sicilia in quanto il terreno, svolge un compito di filtro”.

Elemento negativo, dice la Bonaccorso, “il boom della cementificazione verificatasi negli anni ’90, che non è stato accompagnato da una adeguata raccolta dei reflui”. Ma, la situazione è abbastanza tranquila. Il quadro della distribuzione delle risorse idriche per tipologia di fonte in Sicilia, vede grandi serbatoi nella zona di Palermo e di Agrigento proprio per mancanza di risorse idriche sotterranee e per scarse precipitazioni durante l’anno mentre Messina, può contare su pozzi, invasi, sorgenti e traversi fluviali. Attualmente dice la Bonaccorso, “ci sono 242 pozzi in esercizio, 71 non in esercizio per un totale complissivo di 313; il dato riferito alle sorgenti prevede 491 in funzione, 96 non in funzione per un totale complessivo di 587”. Alla luce di quanto rappresentato, la situazione di Messina è abbastanza positiva testimoniata anche dal fatto che, il bisogno idrico medio annuo del comprensorio della città (Piano di Ambito 2022) è di 980 litri al secondo, quello prodotto è di 1383 quindi più di quanto richiesto.

Per avere un quadro generale più confortante basta guardare al bisogno giornaliero che è di 330 litri per abitante, raffrontato con la dotazione di Messina, si può affermare che le risorse sono abbastanza sufficienti.  L’approvvigionamento è distribuito secondo la seguente portata: Fiumefreddo per il 65%, Santissima per il 17%, e poi il 18% dai 15 pozzi censiti. La gestione è affidata all’Amam che è una socità a capitale pubblico di proprietà del comune di Messina. Le parole tranquillizzanti della professoressa Bonaccorso però non debbono farci sprecare le preziose risorse idriche che Messina possiede, occorre adottare tutte quelle misure atte al risparmio oculato ed attento. Naturalmente, uno degli interventi da porre in essere immediatamente è quello di arginare la perdita di acqua con la realizzazione di una serie di opere che, per alcuni aspetti possono essere fatti grazie ai fondi del PNRR ed altre, con tipologie di finanziamento diverse. Il sistema climatico è cambiato a causa della leggerezza con la quale l’uomo ha violentato la natura, siamo al limite per rimediare a questi disastri, cerchiamo di non perdere questa possibilità ed utilizziamo bene i soldi disponibili in modo da conseganre alle giovani generazioni un pianeta leggermente migliore di quello attuale.

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