La Soprintendenza dichiara l’archivio fotografico di Mavilla “patrimonio storico e culturale”: un orgoglio per 4 generazioni

L'archivio fotografico della famiglia Mavilla è stato dichiarato "bene di interesse storico particolarmente importante" dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Calabria. Intervista a Silvio Mavilla, straordinario artista reggino

archivio fotografico mavilla
StrettoWeb

L’archivio fotografico privato della famiglia Mavilla è stato dichiarato “bene di interesse storico particolarmente importante” dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Calabria. Il documento che certifica il prestigioso riconoscimento è stato notificato al proprietario, il fotografo e artista molto conosciuto a Reggio Calabria Silvio Mavilla, pochi giorni fa. Insegnante universitario, fotografo e artista digitale, Silvio Mavilla a 76 anni continua a coltivare progetti che rappresentano un’eccellenza di cui la città deve andare fiera. Intanto quello della Soprintendenza è un riconoscimento molto importante per quattro generazioni di fotografi che, giunti a Reggio dalla Sicilia e precisamente da Avola, hanno fatto la storia della città nell’ultimo secolo.

L’archivio fotografico di Mavilla è costituito da negativi su pellicola di vario formato (la maggior parte 35 mm, ma anche 6×6 e 120mm), per un totale di circa 2238 fotogrammi con estremi cronologici 1930-1971 e da una macchina fotografica appartenuta ad Edmondo Mavilla (padre di Silvio), di costruzione semi artigianale italiana, databile al periodo 1900-1920.

Intervista a Silvio Mavilla, fotografo e artista digitale, riferimento d'eccellenza per Reggio Calabria

La storia di Mavilla

Lo Studio fotografico Fotocine Mavilla viene fondato a Reggio Calabria intorno al 1916 da Giuseppe Mavilla, nato ad Avola, il 31 agosto 1877 e morto a Reggio Calabria il 24 giugno 1939. Dal matrimonio con Maria Puglisi ebbe 7 figli, quattro dei quali seguirono le sue orme nel mestiere del fotografo. Tra questi, Edmondo negli anni Cinquanta si distinse come ritrattista e matrimonialista, diventando in seguito il primo corrispondente RAI come cineoperatore in Calabria. Edmondo si sposa con Vera Ruggeri, sorella di Enrico Ruggeri.

Nel 1955 a causa di un allagamento dei locali dello studio fotografico sito in Corso Garibaldi, la maggior parte dei negativi fotografici storici andarono perduti. Circa vent’anni fa Teresa Ruggeri, figlia di Enrico, dona a Silvio Mavilla, figlio di Edmondo Mavilla, una scatola contenente i rulli di negativi su pellicola 35 mm (ca. 1209 fotogrammi) scattati dal padre Enrico di interesse storico particolarmente importante:

Si tratta di servizi fotografici realizzati durante la guerra Italo-Etiopica, nonché fotografie delle manifestazioni della Gioventù italiana del Littorio, dell’arrivo a Reggio Calabria del principe Umberto II nel 1932, di ritratti e vedute di Reggio degli anni Trenta del Novecento.

L’archivio così recuperato consta in totale di ca. 2238 fotogrammi di negativi su pellicola di vario formato (la maggior parte 35 mm, ma anche 6×6 e 120mm), ed è stato digitalizzato dal fotografo, Marco Costantino, mentre il figlio di Silvio, Edmondo, si sta occupando della
post-produzione.

L’Archivio fotografico è suddiviso in 4 serie:

  • Reggio ai tempi del Fascismo, anni ‘30
  • Persone a Reggio, anni ‘30
  • Guerra Italo-Etiopica, 1935-1936
  • “Fatti di Reggio”, 1970-1971

La totalità delle foto digitalizzate è pubblicata sull’apposita pagina https://www.silviomavilla.com/archivio-storico

Reggio Calabria, il Lungomare negli anni ’30 del ‘900 – Foto archivio storico Mavilla
Reggio Calabria, il Miramare negli anni ’30 del ‘900 – Foto archivio storico Mavilla

A questo nucleo, si aggiungono gli scatti (ca. 950) realizzati da Silvio Mavilla insieme al padre Edmondo che  documentano i cosiddetti “Fatti di Reggio” (1970-1971), che rivestono un particolare interesse storico, in parte pubblicati nel libro fotografico:

Silvio Mavilla, La rivolta di un popolo: immagini di una città insorta, a cura di Franco Bruno, Reggio Calabria, Iiriti Editore, 2010.

Infine fa parte dell’archivio la macchina fotografica, custodita presso l’abitazione privata di Silvio Mavilla e appartenuta al padre, Edmondo, di costruzione semi artigianale italiana, databile al periodo 1900-1920 (non essendo presente una targhetta identificativa non è noto il produttore). Si tratta di una macchina da studio per riproduzioni di opere e ritrattistica come si deduce dallo stativo, per lastre di formato 18×24, dotata di ottica “Tessar 1:6.3 R 36cm DRP 142294 Carl Zeiss, Jena N, 123184”.

Si tratta di un patrimonio eccezionale che adesso le istituzioni della città hanno il compito di valorizzare ulteriormente, con mostre ed eventi affinché possa essere apprezzato da cittadini e visitatori.

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